Dopo lo stop al divieto di spostamento tra regioni, è la riapertura più attesa: quella delle frontiere con l’estero dal 15 giugno, anche se l’estate 2020 sarà soprattutto all’insegna delle vacanze “nostrane”, di prossimità e sul territorio italiano. Anche in questo caso, però, occorre ricordare che alcuni territori potrebbero richiedere attestati sanitari o analisi che certifichino che i turisti non siano positivi al coronavirus. Quanto all’estero, arriva invece un bollino verde delle località “Covid free”. Intanto aumenta il numero di paesi che aprono anche agli italiani, come Grecia e Austria e Croazia, dove molti italiani sono già riusciti a varcare il confine nonostante la chiusura della Slovenia.
La Grecia apre le porte agli italiani
Atene ha
fatto marcia indietro: “Da lunedì 15 la Grecia toglie, in maniera graduale fino
alla fine del mese, tutte le limitazioni nei confronti dell’Italia”. L’annuncio
è arrivato dal ministero degli Esteri greco, Dendias, dopo l’incontro nella
capitale greca con l’omologo italiano, Di Maio. Si è chiuso così un braccio di
ferro nato dopo che la Grecia aveva posto paletti per i turisti provenienti
dalla ex “zona rossa”, cioè Lombardia, Veneto ed Emilia, con estensione al
Piemonte. Per loro è previsto un test in ingresso, con soggiorno obbligatorio di
una notte in un hotel designato, in attesa dell’esito. In caso di positività scatta
la quarantena di 14 giorni sotto controllo delle autorità locali, ridotta a 7 con
esito negativo. Una procedura, prevista inizialmente fino al 30 giugno, che
invece decadrà da metà giugno, mentre rimarranno controlli casuali in aeroporto
per chiunque entrerà in territorio ellenico.
Anche l’Austria “cede” in parte
Confini riaperti
anche con l’Austria, dal 16 giugno, seppure non del tutto. Il ministro degli
esteri austriaco Schallenberg avrebbe ancora qualche riserva, in particolare
nei confronti di cittadini provenienti dalla Lombardia, ritenuta zona a rischio
Covid. “Non parliamo di controlli, ma di autoresponsabilità” ha spiegato,
aggiungendo che “l’obiettivo resta la libera circolazione”.
Andare in Croazia, ora si può
Un’altra
delle mete più ambite in Europa resta la Croazia, se non altro per la vicinanza
soprattutto per chi vive nelle regioni del nord est. Dal 3 giugno è possibile
entrare per tutti coloro che sono in possesso di una prenotazione alberghiera o
presso altra struttura turistica, e per i proprietari di seconde case. Al
confine viene richiesta la documentazione e sono in molti ad aver già raggiunto
le località dell’Istria e della Dalmazia, oltrepassando la frontiera con la
Slovenia, che formalmente sarebbe ancora chiusa ma permette il transito per chi
è diretto in Croazia.
I primi Paesi col bollino “Covid free”
L’idea di un marchio di sicurezza sanitaria per le località turistiche è del World Travel & Tourism Council, per «rassicurare i vacanzieri e far accelerare la ripresa del turismo in tutto il mondo». Il progetto ha ottenuto il sostegno dell’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite, che vuole premiare hotel, ristoranti, navi da crociera, ma anche tour operator e compagnie aeree che rispettino le misure standard di igiene e salute del Wttc. Costoro potranno dotarsi della certificazione. I primi a ottenere il riconoscimento di Safe Travels sono agenzie come Trip.com e Expedia, e Paesi come Arabia Saudita o Portogallo, insieme a località come Cancun in Messico e Barcellona che, insieme a Madrid, è stata la città spagnola dove si è registrato il maggior numero di contagi da Sars-Cov2. «In realtà non esiste un marchio universalmente riconosciuto: è soprattutto un bollino autoproclamato senza una validità legale. Ciò che invece esiste sono buone pratiche e uno scrupoloso rispetto dei protocolli sanitari nazionali. In questo senso è il corrispettivo delle Bandiere blu in Italia» spiega Ivana Jelinic, presidente Fiavet, che riunisce agenzie e operatori turistici.
Come valutare la sicurezza
«Esempi di regole di sicurezza riconosciute a livello internazionale sono quelle adottate dalle compagnie aeree: tutte si sono adeguate a un modello standard con le uniche differenze che possono riguardare la possibilità o meno di portare a bordo i bagagli a mano» spiega Tiziano Salerno, di Arché Travel, che ha messo a punto invece una App che fornisce indicazioni costantemente aggiornate sulla pericolosità delle diverse mete turistiche nel mondo: «Generazione Viaggio è un portale per viaggiare sicuri, che abbiamo aggiornato sulla scia dell’emergenza COVID-19 con un tool apposito, un indice di sicurezza dei diversi Paesi nel mondo. Va da A a G. Nella nostra App l’Arabia Saudita è classificata con una G, il livello più elevato di rischio, per il semplice motivo che le frontiere sono ancora chiuse a causa del numero di contagi» spiega Salerno. Ma allora come regolarsi nella scelta? «In questo momento ci sono molte informazioni, anche discordanti tra loro. A Barcellona, per esempio, la situazione è migliorata, il tasso di mortalità è dello 0,59. Noi consigliamo di tenere presente tre semplici indicatori: apertura delle frontiere, numero di casi di contagio rimasti e numero di guariti. Le vittime non sono un fattore discriminante, perché si riferiscono a una condizione passata di pandemia e possono aver influito tante variabili» spiega l’ideatore di Generazione Viaggio. Allora dove si può o non si può viaggiare ora?
Chi apre i confini (a metà)
La Francia riapre – anche agli italiani – dal 15 giugno, ma solo a fronte di una certificazione medica che attesti la buona salute. La Spagna, dove il premier Sanchez ha chiesto la proroga dello stato di emergenza fino al 21 giugno, non ha divieti, ma prevede la quarantena in ingresso per i vacanzieri stranieri. La quarantena di 14 giorni resta in vigore anche nel Regno Unito (pena una multa di 1.100 sterline), anche se le autorità di polizia e frontiera hanno definito impossibile il controllo su tutti i turisti. Stessa scelta per Irlanda e Macedonia del Nord, mentre in Islanda le frontiere dovrebbe tornare completamente libere dal 15 giugno.
Dove gli italiani non possono ancora entrare
Tra i Paesi che non accettano ancora i turisti provenienti da stati considerati “a rischio” per l’elevato numero di contagi registrati (come l’Italia) ci sono Austria, Belgio, Bosnia, Danimarca, Finlandia, Germania, Malta, Montenegro, Norvegia, Polonia, Romania, Russia, Repubblica Ceca, Svezia, Slovacchia, Ungheria e Ucraina. Ancora bloccati, poi, i confini con la Svizzera che, come altri Paesi limitrofi, ha deciso di riaprire le frontiere (dal 15 giugno) verso Germania, Francia e Austria.
Il consiglio
«Il primo passo è l’imminente ripresa dei collegamenti aerei che consentono di raggiungere le principali località anche fuori dall’Italia. C’è grande voglia di tornare a viaggiare e consigliamo di puntare su Paesi i cui sistemi sanitari siano usciti dall’emergenza» dice Jelinic. «Siamo fiduciosi: l’estate 2020 non è preclusa neppure all’estero, nel giro di poche settimane gli operatori completeranno l’adeguamento alle nuove norme per garantire vacanze in sicurezza. Realisticamente pensiamo che nel medio periodo le mete da suggerire siano nel bacino del Mediterraneo, che offre mare, natura, cultura e uno standard di best practice, dunque norme piuttosto omogenee. Escluderei al momento località al di fuori dell’Europa, perché abbiamo minori garanzie sulle informazioni che arrivano e perché implicano più scali per raggiungerle, quindi maggiori rischi. Da metà agosto pensiamo che Paesi come Marocco, Giordania e Israele possano tornare a essere pienamente usufruibili» conclude Salerno.