«Abbiamo provato per la prima volta il camper durante un weekend in Corsica qualche settimana fa. Adesso ci prepariamo alle vacanze di agosto: lo noleggeremo in Sardegna e poi ci imbarcheremo per la Sicilia, senza un itinerario prestabilito perché decideremo le tappe strada facendo. Mentre la tenda va montata e smontata ogni volta, col camper possiamo sostare anche una sola notte in un posto o fare brevi soste a ridosso dei borghi e dei parchi archeologici. I bambini sono felici perché adorano l’effetto “tana” e si portano dietro i loro giochi». Claudia Casella e il compagno, entrambi medici rianimatori ad Ajaccio, con 2 figli di 8 e 10 anni, sono appena entrati a far parte del grande “popolo del camper”.
Secondo l’Apc (associazioneprodut toricamper.it), a giugno le immatricolazioni sono state il 50% in più rispetto allo stesso mese del 2019. E 1,2 milioni di camperisti viaggeranno sulle nostre strade quest’estate. D’altra parte, quelle del 2020 sono vacanze in patria (per l’86% degli italiani, secondo Isnart-Unioncamere), con meno capacità di spesa (120 miliardi di riduzione dei consumi, per Confturismo-Confcommercio). E con un imperativo: di giorno stare il più possibile all’aperto, lontano da mete affollate; di notte scegliere sitemazioni che garantiscano la sicurezza sanitaria. Cosa c’è di meglio di un viaggio in camper, dove l’igiene è sotto controllo e si può vivere in mezzo alla natura?
Il camper soddisfa le esigenze dei viaggi post-lockdown
Oltre ad assecondare il trend delle vacanze “open air”, ormai in crescita da anni, il camper risponde alle esigenze sorte dopo l’emergenza Covid. «È come restare in casa con le proprie cose. E con la possibilità, se ci si ritrova in un posto pieno di gente, di spostarsi senza dover prenotare o disdire nulla. Questa flessibilità e la sensazione del “nido sicuro” hanno convinto anche i più scettici» spiega Marzia Moro, fondatrice insieme al compagno Alberto Pillon di Camperisti Italiani, la community online con 107.000 utenti. «Solo ad aprile i nostri iscritti sono aumentati del 105%. Molti sono neofiti: magari erano curiosi di questo mondo e la prima vacanza dopo il lockdown ha fornito loro l’occasione di sperimentarlo».
Claudia, una dei neofiti appunto, ha scelto lo sharing, che permette lo scambio di esperienze con i camperisti esperti che mettono a disposizione il loro mezzo. Yescapa, piattaforma leader del settore (yescapa.it), ha registrato nelle prime settimane di giugno un record storico: +120% di iscritti, il 45% alla prima esperienza. Stesso successo per i servizi di noleggio come Indicampers (indiecampers.it), che a maggio ha visto aumentare di 6 volte le prenotazioni. Un punto a favore è il costo: un noleggio costa circa 100 euro al giorno. Per una famiglia è un bel risparmio rispetto ad alberghi&Co. dato che sul camper si può cucinare.
Altro vantaggio è che la vita da campeggio è diventata trendy: ci sono meno resistenze e stereotipi nei confronti di quella che fino a 15 anni fa era ritenuta una “vacanza da nomadi”. «Rispetto al Nord Europa, le roulotte in Italia erano considerate cheap» continua Marzia Moro. «Poi, quando negli anni ’80 sono arrivati i primi costosi modelli di camper, è diventata una scelta elitaria da pensionati ricchi. Adesso, con una maggiore offerta per tutte le tasche, e grazie a noleggio e sharing, anche le famiglie giovani si sono avvicinate a questo mondo e il camper è diventato di tendenza. Noi abbiamo cominciato nel 2005, con l’arrivo del nostro bambino: potevo preparare le pappe e rilassarmi all’aria aperta mentre lui dormiva comodo nel suo lettino. Insomma, libertà assoluta ma con un minimo di comfort».
Il camper è un “albergo orizzontale”
Comfort che oggi va al di là del minimo. Siti di noleggio come Camperent.net o Adria-Holidays.net mettono in vetrina modelli da fare invidia agli yatch di lusso ai quali si ispirano: oblò panoramici, terrazze, illuminazione Led, cucine estraibili da spostare all’aperto e poltrone che diventano chaise longue.
Anche i camping si sono evoluti. «Molti si sono trasformati in “alberghi orizzontali”: hanno i servizi di un villaggio turistico, dal ristorante gourmet all’area wellness, ma gli spazi del classico campeggio immerso nella natura, così attraente adesso» spiega Loek Van De Loo, fondatore di Vacanzecolcuore.com, una rete di resort glamping, e portavoce di Open Air Next Step, progetto che promuove le vacanze all’aria aperta di livello premium (openairnextstep.com). «Arrivano tanti millennial che lavorano nelle grandi città, hanno disponibilità economica e bambini piccoli. Per soddisfare le loro esigenze abbiamo attrezzato le zone destinate ai camper con nuove comodità, come il frigo extra sulla piazzola e le cabine-bagno personali. Una modalità che in Nord Europa esiste da tempo e in Italia giunge ora, stimolata dalle esigenze di distanziamento».
Già, il solito Nord Europa da sempre avanti anni luce avanti nelle vacanze outdoor. «Il gap italiano si è ridotto molto negli ultimi anni» nota Marzia Moro. «Certo, in Francia, Germania e Olanda le aree sosta sono tutte attrezzate, mentre da noi spesso sono solo parcheggi dove per esempio non è possibile caricare acqua pulita e scaricare acque grigie. In compenso, sono aumentate tantissimo e ora sono anche a ridosso dei borghi storici: le amministrazioni si sono rese conto di poter attrarre così una fascia crescente di turisti che prima, non potendo sostare, passava oltre».
Qualche esempio? Quasi tutti i Comuni Bandiera Arancione (il riconoscimento di qualità del Touring Club Italiano) si sono attrezzati. E l’Abruzzo ha addirittura varato la prima legge regionale per finanziare le aree pubbliche di sosta camper.
Le mete top con il camper in Italia
L’Apc, Associazione produttori caravan e camper, ha stilato la classifica delle aree poco affollate ma comode da vedere, perché hanno aree di sosta ben attrezzate e vicine al centro. Al primo posto c’è Aggius, nel Nord della Sardegna, immerso nelle rocce granitiche dalle quali si possono raggiungere facilmente l’Asinara e la Maddalena. Seguono Soave, in provincia di Verona, con il suo castello medievale e il panorama dei vigneti che producono l’omonimo vino, e Gerace, nel Parco nazionale dell’Aspromonte in Calabria, che da una parte guarda i monti e dall’altra la costa ionica.