Vanessa Incontrada come in un dipinto del pittore fiammingo Peter Paul Rubens. Così Dolce & Gabbana sceglie di lanciare la nuova linea del marchio che arriverà fino alla taglia 54, una scelta che gli stilisti avevano fatto già nel 2019, ma che ora viene celebrata con una campagna apposita. «Sinonimo del barocco, Peter Paul Rubens è stato un maestro nell’illustrare la morbidezza in ogni dettaglio», recita la didascalia di una delle foto presentate sul profilo Instagram del marchio, e ancora: «Ispirata ai suoi dipinti leggendari, questa scena con Vanessa Incontrada in Dolce e Gabbana emana delicatezza e grazia».
Ed effettivamente Incontrada è bellissima negli scatti e il risultato finale è glamour e potente allo stesso tempo, in linea con la battaglia, personale e pubblica, che la conduttrice ed ex modella porta avanti ormai da anni sul corpo. Non troppo tempo fa era comparsa nuda sulla copertina di Vanity Fair proprio per lanciare un messaggio di auto accettazione e per rispondere alle critiche di chi non le ha mai perdonato di aver messo su qualche kg rispetto ai tempi in cui faceva la modella.
Un modello differente?
«La bellezza non è una questione di taglia, è uno stato d’animo, un atteggiamento, quel qualcosa che rende ogni donna affascinante e unica», hanno detto più volte Domenico Dolce e Stefano Gabbana, il cui marchio ha sempre raccontato di una donna sicura di sé e della sensualità. Come dimenticare Isabella Rossellini e Monica Bellucci, ora affiancata dalla figlia Deva, storiche muse del brand? Guardando le immagini di Vanessa Incontrada viene da chiedersi però se il suo di corpo, che non è una taglia 36 come quella delle modelle che siamo abituati a vedere in passerella ma non è certo grasso, sia davvero qualcosa di così rivoluzionario. E ci si chiede anche quanto sia cambiata la nostra percezione di quale sia il corpo femminile meritevole di essere celebrato da una campagna di un marchio di moda, in un periodo in cui il movimento della “body positivity” è entrato a far parte della discussione pubblica intorno a questi temi.
A proposito di body positivity
Come sempre quando si parla di corpo delle donne, le opinioni non si contano, tra chi ha accolto con gratitudine l’allargamento dei modelli di rappresentazione, e apprezza la celebrazione dei corpi differenti a prescindere dalla taglia, il genere o l’abilità fisica, e chi invece sottolinea come non si tratti altro di strategie di marketing, colpevoli peraltro di pubblicizzare modelli non salutari. Non è ovviamente il caso di Vanessa Incontrada, che è perfettamente in salute e anzi sorprende che venga presa a simbolo di body positivity, ma basta pensare allo scandalo che suscitò la cover dell’influencer Tess Hollyday su Cosmopolitan nell’agosto del 2018: una donna, chiaramente obesa, che parlava delle difficoltà di sentirsi accettata in un corpo così “pesante” e della voglia di celebrarsi così com’era.
Più recentemente, è stata la popstar Lizzo, talento e bellezza incredibili, ad attirarsi le critiche per il solo fatto di esistere nel suo corpo, e di sdoganare così chissà quali abitudini malsane e uno stile di vita insostenibile. Più volte Lizzo ha condiviso sul suo profilo Instagram la sua routine fitness (d’altronde sul palco canta, balla e suona il clarinetto) ma anche quello che mangiava, nel tentativo di raccontare com’è vivere fuori dalle taglie “consentite”: non c’è bisogno che nessuno le ricordi che è grassa, insomma. È bello vedere i marchi abbracciare le donne di tutte le taglie, è una mossa saggia e intelligente dal punto di vista del mercato, visto che i consumatori sono sempre più attenti a queste cose, ma è vero anche che la strada per un reale cambiamento della società intorno alla percezione del corpo, troppo grasso o troppo magro che sia, è ancora lunga.