Ci è piaciuto subito il nome, Very Peri: corto, immediato, simpatico. Poi abbiamo letto le motivazioni che hanno portato Pantone Color Institute (il centro di ricerca del colosso statunitense che produce tecnologie per la grafica e cataloga i colori secondo codici riconosciuti a livello mondiale) a sceglierlo come colore per il 2022. E siamo arrivati a una conclusione: nessun’altra tinta più di Very Peri, un blu pervinca – in inglese periwinkle – con un vivace sottotono rosso-viola, avrebbe potuto rappresentare meglio l’anno che verrà.
Very Peri, una sfumatura mistica e magica
Da oltre 20 anni Pantone Color of the Year influenza lo sviluppo dei prodotti e, quindi, le decisioni dei nostri acquisti, affidandosi alla potenza delle tinte e agli effetti che esercitano su di noi. Basti pensare che il marketing utilizza la psicologia del colore per creare ambienti e pubblicità di impatto e che cromoterapia e armocromia sono diventate pratiche seguitissime. Nel caso specifico di Very Peri, più ci si avvicina al viola più vengono stimolati i neurotrasmettitori che favoriscono la riflessione, così come quelli che facilitano il pensiero profondo su di sé. Sarà per questo che il viola, da cui Very Peri prende le mosse, è da sempre considerato il colore della filosofia, della spiritualità ragionata, capace di stimolare la concentrazione e la creatività, di contrastare le sensazioni negative. È un colore un po’ magico, mistico, che fonde in sé due opposti: l’equilibrio e la costanza del blu, l’energia e la passione del rosso. Aveva detto bene Carl Gustave Jung, padre della psicologia analitica, quando definì il viola «il colore tra l’umano e il divino, l’unione di due nature».
Una nuance creata in laboratorio
Noi italiani abbiamo qualche riserva: invece di ricordarci che, sin dall’antichità, il viola – soprattutto nella sfumatura del porpora – identificava nobili, re e imperatori, ci fissiamo sul fatto che la gente dello show business lo rifugga. Ok, nel Medioevo, durante i 40 giorni di Quaresima, quando i sacerdoti vestivano di viola, ogni spettacolo era proibito e gli attori facevano la fame. Ma siamo gli unici al mondo a pensarla così e forse, dopo un migliaio di anni, potremmo anche cambiare idea.
D’altra parte, Very Peri è irresistibile non solo per il nome. È il primo Color of the Year nella storia di Pantone a essere nato da zero: non è una tonalità già esistente, ma è stata appositamente creata per il 2022. È complesso: non è blu né viola né pervinca né porpora. Non nasce da una precisa influenza nel mondo reale. Per questo evidenzia (e ci aiuta ad abbracciarle) le sconfinate possibilità che abbiamo davanti a noi mentre riscriviamo le nostre vite in un mondo fluido, di continua contaminazione tra reale e virtuale, tradizione e avanguardia. Attraverso le sue note esplicative, Pantone ci fa sapere che l’intrigante Very Peri «mostra un’attitudine vivace e gioiosa, una presenza dinamica che incoraggia la creatività che sa osare e un’espressività fantasiosa». Come resistergli?
Una presenza scenica notevole
Con qualcosa di Very Peri, pare, saremo tutti più creativi e coraggiosi. Quindi, abbandona ogni pregiudizio e guardalo bene: Very Peri si offre davvero a un’incredibile gamma di combinazioni cromatiche sofisticate e inusuali, è un invito a osare e sperimentare. Un divano, una parete, un tappeto, ma anche solo una tavola apparecchiata con bicchieri Very Peri o un mazzo di iris che dà il benvenuto all’ingresso.
E poi, la moda! Le sfilate per la primavera/estate 2022 sono già un manuale d’uso a dimostrazione che Very Peri ha una presenza scenica potente e offre il meglio di sé in tante varianti. Preso a piccole dosi insieme ai neutri (come blu, beige o grigio) sarà amato dalle più classiche. In color block sedurrà le più audaci (Pierpaolo Piccioli per Valentino lo ha accostato a bronzo, terracotta e smeraldo). In total look convincerà chi ha un’anima da artista. Vedi Lady Gaga che, alla première londinese di House of Gucci (e si era a fine novembre!), ha sfoggiato abito e mantello di chiffon plissé della nuova collezione by Alessandro Michele. Il tutto viola, make up compreso, che sta divinamente soprattutto a chi ha la pelle diafana. Non è necessario seguire l’esempio della diva. Chi vuole andarci cauta può puntare sui dettagli: un paio di scarpe, una borsa, un cappello, dei collant o uno smalto basteranno a rendere l’idea.
Un inno alla gioia
Insomma, dopo quello che abbiamo passato, Very Peri sarà la nostra ispirazione, una riscossa, una guida: il nostro inno alla gioia. Del resto, il libro di marketing più letto negli ultimi 20 anni, e che insegna come arrivare a soluzioni memorabili, si intitola La Mucca Viola. Scrive il suo autore Seth Godin, semidio del web, imprenditore di successo e blogger di alto profilo: «O sei una mucca viola o non sei nessuno. O sei straordinario o non esisti. Renderti unico dipende da te».
Ma Very Peri ha anche un lato poetico, aristocratico, illuminato grazie a Murasaki (in giapponese: viola) Shikibu, colta dama di corte vissuta tra il 978 e il 1014. Amava vestire di viola e scrisse La storia di Genji, libro tutt’ora amatissimo, tanto che gli inchiostri Pilot Iroshizuku (i migliori al mondo) le hanno dedicato una sfumatura tra le più raffinate. Ecco. Se tinteggiare le pareti del salotto o uscire in tailleur Very Peri ti pare troppo, procurati il calamaio di vetro soffiato e usalo. Per scrivere (con pennino e su carta!) le tue wish list phygital. O per annotare le avventure che ti attendono nel metaverso.