Se per te usato è ancora sinonimo di vecchio e malconcio è ora di aggiornare il tuo dizionario fashion. Secondo la piattaforma di retail ThreadUp nel 2023 il mercato del vintage raggiungerà un valore di 50 milioni di dollari ed entro il 2028 gli abiti di seconda mano, nel nostro armadio, avranno la meglio su Zara e company: 13 per cento contro il 9 per cento. «Per anni il vintage è stata una passione di pochi, oggi si è trasformato in tendenza» spiega la consulente di immagine ed esperta del settore Alessia Melzer. «Anche perché i negozi sono cambiati e si moltiplicano le vetrine, reali o online, di capi super selezionati, puliti e in condizioni perfette».
I motivi del successo del vintage
«Prima di tutto economici: il vintage rende disponibile tutto a tutti e a qualsiasi budget, compresi marchi e tendenze altrimenti inaccessibili ai più» spiega l’esperta. «Inoltre è un antidoto all’omologazione imperante nella moda, creata dal fast fashion. Ma risponde anche al forte ritorno, nei trend delle ultime stagioni, di brand anni Settanta – Novanta, come Fila e Reebok».
A guidare la carica dei vintage-lovers, incredibile a dirsi, sono proprio i ragazzi della generazione Z: «Hanno fatto della sostenibilità la loro bandiera e il vintage è l’esempio concreto di economia circolare anti-spreco, in cui gli scarti del guardaroba di una persona diventano il tesoro del look di un’altra» spiega Melzer. «Senza contare che per i più giovani oggi la moda va oltre l’outfit, è uno strumento di self expression, e il mercato del riuso permette di pescare in un bacino vastissimo dove diventa possibile trovare pezzi unici da mixare in modo contemporaneo e personale».
I negozi vintage e le app da tenere d’occhio
Tra le app più gettonate c’è Depop (www.depop.com) che conta il 90 per cento degli utenti sotto i 26 anni: è difficile trovare uno “Z” o un Millennials che non la usi. Merito di un’impostazione facile ed empatica tipo social network, che consente a ognuno di commentare gli scatti dei vestiti con messaggi e like e della presenza di seller “vip”, come Valentina Ferragni e Bella Thorne, che mettono in vendita a prezzi super scontati abiti praticamente nuovi del loro guardaroba.
Amatissimo dai più giovani, ma anche dagli over 30, è Humana Vintage, la rete di negozi di second hand solidale (a Roma, Milano, Torino e Bologna, www.humanavintage.it) dove scovare pezzi speciali e di qualità sartoriale, non necessariamente firmati.
Per svuotare l’armadio e monetizzare il repulisti c’è Vinted (www.vinted.it), appena sbarcata in Italia, che offre soprattutto moda recente a prezzi medio-bassi e ha il plus di non avere commissioni, per cui al venditore va il cento per cento del prezzo dell’abito venduto.
Se cerchi solo capi nuovi di zecca entra nel nuovissimo re-commerce Maimesso (maimesso.com) che viene a prendere gli abiti con ancora il cartellino attaccato direttamente a casa tua, gratuitamente, prenotando il ritiro del corriere e li mette in vendita sulla piattaforma.
Mentre, se la tua passione è il luxury second hand punta su Vestiaire Collective (vestiairecollective.com) dove puoi fare affari con il 70 per cento di sconto sul prezzo iniziale o sul nuovissimo Lampoo (lampoo.com) che ha appena inaugurato il suo primo store fisico a Milano, dove acquistare borse, scarpe e accessori di alta moda ma anche far valutare i tuoi capi.
I consigli per gli acquisti vintage
Per fare veri affari bisogna stare attenti ai dettagli. Alessia Melzer ha semplici, efficaci raccomandazioni da darci: «Controllate se ci sono buchi, macchie o altro e ispezionate ascelle e cavallo dei pantaloni. Gli aloni difficilmente vanno via! Poi, occhio anche all’etichetta. Se è ricamata e non stampata, con il nome della sartoria, l’anno e il luogo di confezionamento, avete tra le mani un vero pezzo vintage. Guardate anche i materiali di composizione: lana, seta, raso sono garanzia di qualità».
I modelli hanno una vestibilità diversa da quelli delle ultime collezioni. «Il consiglio, soprattutto se si compra online, è prima di tutto quello di controllare bene le vostre misure perché non tutti i capi di seconda mano hanno l’etichetta con la taglia» avverte l’esperta. «E poi di farsi ispirare da Instagram, dove spopolano i rivenditori di vintage». Tra i profili da seguire noi ci siamo innamorate di @chezbabette_archivio e @levintage_edition: oltre a trovarci pezzi selezionati, si scopre come indossare in modo cool il gilet (capo cult di questo lockdown) e si rubano idee originali per annodare il foulard.
Questi sono pezzi unici
Anche i grandi nomi della moda puntano sull’economia circolare. Gucci è arrivato su The Real-Real, colosso del luxury second hand, con una sezione dedicata e pezzi provenienti sia dai privati sia dagli archivi della Maison (therealreal.com). Per ogni acquisto verrà piantato un albero, segno dell’importanza della sostenibilità.
Miu Miu ha lanciato Upcycled una collezione realizzata con abiti d’epoca degli anni ’30 e ’80 riciclati e rielaborati (nelle principali boutique).