Nell’era post Covid, con la moda messa a dura prova, vendite ferme e catene di fast fashion travolte da una crisi senza precedenti, è il vintage a dettare legge. Un trionfo reso possibile da un insospettabile alleato: Instagram. La piattaforma social di condivisione delle immagini, che conta 500 milioni di utenti attivi ogni giorno, è il nuovo luogo delle meraviglie per chi ama i capi “vecchiotti”. Non solo fonte di ispirazione, ma anche magico strumento per acquistare e vendere.
La tendenza è partita negli Stati Uniti dove, secondo il rapporto 2020 del marketplace ThredUp, l’usato online è destinato a crescere del 69% tra il 2019 e il 2021 e supererà entro il 2029 il valore del mercato del fast fashion. Un boom trainato da celebrities come l’influencer-imprenditrice Kylie Jenner e la top model Bella Hadid, che indossano spesso capi vintage, ma soprattutto dalla Generazione Z. Sono i giovani sotto i 24 anni a dettare i nuovi trend e scegliere sempre più lo shopping sostenibile che ricicla e riusa. Il punto di riferimento globale di questo vintage glamour è Lucia Zolea, americana, 25 anni, oltre 220.000 follower e un profilo Instagram (@luciazolea) che sembra una rivista di moda. Sul feed solo scatti d’impatto con capi selezionati, dai top di seta liquida di Armani ai blazer in pizzo di Ungaro, autentici tesori che vengono messi in vendita tutti i mercoledì sul suo shop online luciazolea.com.
Le nuove influencer del vintage
Il fenomeno, poi, è esploso in Francia. Le ragazze d’Oltralpe sono diventate maestre nel trasformare la passione per l’usato in una professione. Sono loro le nuove influencer che dettano le tendenze e hanno fatto innamorare la Rete con il loro stile romantico e malizioso allo stesso tempo. Sui propri profili Instagram pubblicano servizi fotografici che realizzano indossando abiti floreali anni ’70, bluse a quadretti vichy, cardigan dai colori pastello che vendono poi attraverso le stories del social. Sono tutti pezzi unici scovati nei mercatini dell’usato o negli armadi delle nonne e ricercati da appassionate di vintage e stylist di tutto il mondo.
Per acquistarli bastano i DM, i messaggi diretti della chat di Instagram, e un account PayPal. Meglio delle piattaforme di vendita Ebay o Etsy, perché non ci sono tariffe e commissioni. «È una modalità diretta» afferma Ilaria Romualdi, sul social nota come @ lolitavintage_: 27 anni, italiana, abita a Parigi ed è specializzata in jeans Levi’s. Ha iniziato a mostrare un anno e mezzo fa su Instagram parte della sua collezione vintage personale e ora compra per rivendere: «Propongo pezzi in linea con il mio stile, quelli che indosserei anche io nella vita di tutti i giorni. Cerco capi che siano in sintonia con le tendenze viste sulle passerelle o sulle riviste, ma che saranno meno cari e di ottima qualità perché i tessuti vintage sono migliori degli attuali».
Il fascino del pezzo unico
Anche in Italia la compravendita dell’usato online è cresciuta: + 81% negli ultimi 5 anni, dato che emerge dallo studio dell’Osservatorio Second Hand Economy di BVA Doxa per il portale web Subito.
La passione vintage su Instagram è diventata virale aprendo nuovi spazi imprenditoriali. Ma non ci si può improvvisare. «È un lavoro che richiede amore, consapevolezza e accuratezza» sottolinea Chiara Petruccioli, 32 anni, fondatrice di Mademoiselle Vintage: un piccolo negozio a Roma, uno shop online con una scelta di pezzi sartoriali e lingerie (mademoisellevintage.it), una pagina su Facebook e un profilo su Instagram. «Vendo soprattutto attraverso le stories di Instagram inviando foto aggiuntive e misure dei capi. Grazie ai DM memorizzo gli ordini, le taglie delle mie clienti e i loro gusti. Si crea così un rapporto speciale di confidenza e amicizia».
Ma qual è il capo vintage più ricercato dell’estate 2020? «La camicia tirolese con le maniche a sbuffo e il colletto importante. Si porta annodata in vita o infilata dentro jeans sfrangiati» decreta Sara Tuccori di Sillabe Collection (sillabecollection.com). La sua pagina Instagram e il suo shop online vengono presi d’assalto ogni venerdì sera, quando carica la nuova selezione di pizzi, lini e sete. Come lo spiega? «Il vintage è unicità: a differenza del fast fashion, non rischi di uscire e trovare una ragazza che indossa il tuo stesso capo».