Prima da sola, ora via social. L’era della dieta in cui ti aggiravi in casa, sconsolata, stringendo tra le mani il foglietto del dietologo è finita: ora condividi tutto in Rete. Tra le centinaia di proposte di dimagrimento online, ce n’è una che sta riscuotendo un successo strepitoso: è Whole30. Messa a punto nel 2009 dai coniugi Hartwig, è esplosa negli ultimi mesi proprio grazie a Instagram e la condivisione è diventata il suo punto di forza. Healthy bloggers ed entusiaste celebrities come Jessica Biel, Megan Fox e Busy Philipps hanno coinvolto i followers in progressi e rinunce, poi il passaparola online ha fatto il resto. Risultato: 4 milioni di post con l’hashtag #whole30 e centinaia di community su Facebook.
Il parere di chi l’ha provata
Come funziona? «Non pesi niente e non ti pesi tu» spiega Marta Ansaldo di Naturalmente Buono (premiato come Best Healthy Food Blog dal Corriere della Sera). Marta che l’ha seguita e ha condiviso sui social gioie e dolori. «Per un mese intero (whole, appunto) consumi solo cibo “vero”, integro (whole, ancora), non trasformato». Le regole sono semplici ma ferree: tante verdure e grassi sani, un po’ di frutta, pesce, carne, uova, tante erbe e spezie. Banditi zucchero, alcool, cereali, legumi, latte, formaggi e qualsiasi alimento trasformato. Lo scopo è eliminare per un mese tutto quello che causa infiammazione nel corpo allo scopo di resettare l’intero sistema. «Su di me ha funzionato dal punto di vista sia fisico sia emotivo: perdi peso e, soprattutto, spegni la dipendenza da zuccheri e snack. Smetti di pensare al cibo come a un conforto. Nella Rete ho trovato un grande supporto e la community, che ti incoraggia a proseguire, è la chiave per far sì che la dieta non fallisca».
Il parere dell’esperto
Attilio Speciani, nutrizionista attento al rapporto tra il cibo e l’infiammazione che può provocare, ha curato la prefazione dell’edizione italiana del testo americano Tutto inizia con il cibo. Cambia la tua vita con la dieta Whole30 (Edizioni LSWR). «In questo programma alimentare ritrovo indicazioni simili a quelle che fornisco ai miei pazienti. I suoi pilastri sono una ricca prima colazione proteica, entro un’ora dal risveglio, l’eliminazione di qualsiasi tipo di dolcificante e zucchero, l’abbondanza di verdure, l’uso bilanciato delle proteine in ogni pasto, per pungolare il metabolismo. Questa dieta però si discosta dalle iperproteiche con cui spesso, erroneamente, viene confusa, perché rispetta le indicazioni dell’Oms ed evita gli eccessi. Inoltre, propone di astenersi da certi cibi solo per 30 giorni: è un tempo breve, ma con una rilevanza clinica importante. In un mese l’organismo, oltre ad aver ridotto l’infiammazione, perso massa grassa e spento i sintomi di malattie legate al cibo (dall’artrite all’asma), ha imparato a nutrirsi in modo diverso. Anche se si reintroducono cereali, formaggi e vino, questi non avranno il potere di incidere sull’organismo come prima».
Un team a distanza
Seguire una dieta attraverso un’app non è una prerogativa d’oltreoceano. In Italia 200.000 persone hanno perso peso con Dieta Social, ideata da un pool di esperti tra cui il nutrizionista Pier Luigi Rossi, la personal trainer Jill Cooper e lo chef Giuseppe Catapano, che firmano il libro Dieta Social 360. Guida per uno stile di vita sano e consapevole (Mondadori, acquistandolo ricevi un mese di abbonamento gratuito). Chi si iscrive al programma 36,40 euro per 3 mesi o 93,60 euro per 12, attraverso l’app o il sito) ha accesso ai menu gourmand, ai video delle ricette perdipeso, ai tutorial per l’attività fisica, ai consigli motivazionali. E su Facebook c’è uno spazio per la community. «La nutrizione, oggi, sembra in molti casi lasciar perdere grammature e calorie per puntare sui nutrienti (proteine, grassi, vitamine)» sostiene Rossi. «Perché per ottenere un buon risultato non basta un piano alimentare. E il fatto di condividere un obiettivo aiuta a raggiungerlo prima. Anche quando l’altro è a chilometri di distanza».