Quando sono nati
Siamo nel 1899. William Scholl ha 17 anni e inizia a lavorare in un piccolo negozio di scarpe comode a Chicago. È sorpreso dalla quantità di gente che ha problemi ai piedi e si iscrive a medicina. La sua diventa una missione, tanto che nel 1912 fonda l’Illinois College of Chiropody and Orthopaedics. Ma bisogna aspettare gli anni ’20 perché nascano le prime scarpe disegnate sull’anatomia del piede, a seguire nei ’30 le calze contenitive e nei ’40 le solette Dr. Scholl. Sono loro la rivoluzione: nei ’60 arrivano gli zoccoli, i famosi Pescura, quelli con il plantare a onde, quasi curativo.Il successo è travolgente anche grazie alle “influencer” di allora, Twiggy e Jean Shrimpton, Brigitte Bardot e Audrey Hepburn. E oggi? Li portano Sarah Jessica Parker, Jennifer Aniston, Kirsten Dunst, Renée Zellweger, Geri Halliwell…
Come si portano gli zoccoli
In molte mi hanno scritto per sapere cosa penso degli zoccoli: io li amo. I Pescura del dr. Scholl, ora solo Scholl, nel nuovo corso, come spesso succede, è sparito il dr., fanno parte del mio lessico famigliare: noi degli anni ’60 siamo praticamente nate con i Pescura ai piedi. I miei primi erano piatti, i flat, ci sono anche gli heel, con la suola a onda, con la fascia rossa. In famiglia li portavamo tutti, noi sorelle ma anche mia madre e mio padre. Adoravo il rumore, quel cloc cloc insopportabile per molti: per me era il suono dell’estate. Li usavi fino alla morte, la loro. Poi ne compravi subito un altro paio. Ora poi ci sono quelli disegnati in collaborazione con Issimo, di lino, HFD, col tacco, Re/Done, in denim, Eres, a righe, GmbH. Io con i Pescura ai piedi torno bambina. P.S. Volete sapere come si portano? Ma con tutto! E per la sera ci sono d’oro e d’argento.