La fantastica signora Maisel torna con una seconda stagione più divertente e spettacolare. Lanciata da Amazon Prime lo scorso anno, The Marvelous Mrs. Maisel ha fatto subito breccia nei cuori di critici e spettatori, conquistando ben 5 Emmy Awards e 2 Golden Globe e numerosi altri riconoscimenti.
Nata dall’ingegno e dalla penna di Amy Sherman Palladino e di Daniel Palladino, La fantastica signora Maisel ha per protagonista una ricca casalinga degli anni 50 che si chiama Miriam “Midge” Maisel (Rachel Brosnahan). Affascinante e ironica, Midge è giovanissima, è sposata, ha due figli, vive in un lussuoso appartamento dell’Upper West Side, a qualche piano di distanza da quello dei genitori, e ha un innato talento comico che le torna utile quando suo marito, Joel la lascia per iniziare una relazione con la segreteria.
È questo l’evento scatenante della prima stagione della vita di Midge, quello che la motiva a salire sul palco del Gaslight Comedy Club e a mettere in piazza la sua vita, conquistando il pubblico maschile, che non le fa mancare un paio di battute sessiste, ma soprattutto quello femminile. Composta da 8 episodi, la prima stagione è stata trasmessa in streaming da Amazon Prime Video e si concentra sul tentativo di Midge di diventare un’affermata stand-up comedian, mentre la seconda stagione sarà disponibile dal 5 dicembre, sempre su Prime Video, e conta su 10 nuovi divertentissimi episodi.
In attesa di ritrovare Midge e tutti gli altri protagonisti, proviamo a darvi anche 5 buoni motivi per guardarla, cercando di spiegare in poche righe a cosa si deve il successo di questa serie tv.
Dove eravamo rimasti
Miriam “Midge” Maisel (Rachel Brosnahan) non è solo una donna dalla lingua tagliente e forbita e dalla battuta sempre pronta. La forza di Midge Maisel è quella di avere una visione molto moderna della vita e di ricoprire il ruolo di un’icona del femminismo. Siamo negli anni 50, Midge ha una vita perfetta che si traduce in un’esistenza sicura e appagante come moglie di Joel e tutto fila per il verso giusto, almeno fino a a quando non scopre che suo marito, business man di giorno e stand up comedian di sera, ha le tristi abitudini di presentarsi sul palco con lo stesso repertorio di battute di Bob Newhart e di tradirla con la segretaria.
La cornice perfetta della sua vita va in frantumi, Midge capisce di desiderare molto di più e sceglie, nononstante provenga da una ricca famiglia, di dover trovare un modo per farcela da sola, sfidando le convenzioni della società jewish nella quale è cresciuta e le aspettative della famiglia, che preferirebbe vederla salvare il suo matrimonio. È questa la ragione che la spinge a salire sul palco per affrontare il dramma della separazione con ironia, a cercare un lavoro come esperta di cosmetici in un grande store, a farsi dei nuovi amici e recuperare gli anni fino ad allora persi.
La rinascita di Midge passa attraverso la riconquista di una indipendenza fino ad allora ignorata che la porta a stringere una grottesca amicizia con Susie Myerson (Alex Borstein), una donna dal carattere morto forte e personaggio che, per modo di agire, vestire e comunicare, è tutto l’opposto dell’ex casalinga. L’associazione tra queste due esistenze contribuisce a suscitare i momenti più ironici della storia e sarà maggiormente rinforzata durante tutta la seconda stagione, che porterà Midge a perseguire il suo sogno di diventare una comica, muovendosi con fatica all’interno di universo difficile, rude e prevalentemente maschile. Resta il messaggio di fondo: quello a non dover arrendersi né rinunciare a ciò che si è e a ciò che si vuole davvero.
Amy Sherman-Palladino
Una firma che è ormai una garanzia. Chi ama le serie televisive molto femminili, sa bene che volto ha Amy Sherman Palladino. Sceneggiatrice di Pappa e Ciccia, di Bunheads (serie tv ambientata nell’universo della danza, ma interrotta dopo la prima stagione) ma soprattutto di Una Mamma per amica -suoi anche gli ultimi 4 episodi fortemente voluti da Netfllix- la sceneggiatrice torna con una storia vincente, dove emerge fin dai primissimi minuti del pilot la sua firma stilistica: personaggi sopra le righe, dialoghi divertenti, una scrittura raffinata, un linguaggio tagliente e un umorismo tipicamente jewish. Inoltre, proprio come i precedenti lavori di Amy Sherman Palladino, lo show si caratterizza per i numerosi riferimenti alla cultura pop oltre che per i dialoghi brillanti e veloci.
Yiddish Humor
Ebbene sì, a fare la differenza in questa nuova serie televisiva è sicuramente il tipo di umorismo, vero punto di forza di tutto lo show. Anche qui, chi non conosce bene l’universo yiddish e il tipico umorismo che lo caratterizza, farà fatica a comprendere il senso di alcune battute. Ma chi è abituato al cinema del primo Woody Allen o semplicemente a prodotti televisivi come Seinfeld, si orienterà con facilità all’interno di questo universo grottesco, dove si ride senza fatica e con un certo gusto delle tragedie quotidiane dei nostri protagonisti. In fondo la giovane Midge fa una cosa semplicissima: sale sul palco e racconta la sua vita, con tutta la fatica, la difficoltà, l’amara consapevolezza di cosa vuol dire essere una donna negli anni 50. E lo fa estremizzando con intelligenza e sarcasmo tutti i più imbarazzanti scenari della sua quotidianità. E così, mentre procede dritta verso l’obiettivo, diventare un’affermata stand up comedian, è la sua stessa vita ad assumere i contorni di una commedia in grado di strappare continue risate. Attraverso una narrazione fresca e unica, dove il dramma si mixa alla commedia, si sfrutta la forza dell’umorismo per parlare di tematiche sociali, come l’infedeltà di un marito o la necessità di sentirsi indipendenti.
Costumi e design
Decisamente impeccabili. Sceneggiatori e scenografi non potevano di certo ignorare uno degli aspetti più affascinanti della costruzione di una period comedy: costumi e arredamenti Gli abiti indossati da Midge e dai suoi familiari sono sinonimo di eleganza, raffinatezza, stile e contrastano totalmente con quelli indossati da Susy che sottolineano, al contrario, il carattere più rude della manager. In entrambi in casi, servono a definire i personaggi e la loro personale visione del mondo. Impossibile, infine, non innamorarsi dei luoghi idilliaci nei quali si muovono i personaggi, a cominciare dalla splendida casa di Midge o da quella dei suoi genitori. Sarete letteralmente rapiti dai colori, dagli abiti, dalle abitazioni, dal set up e da tutti gli elementi glamour tipici di quel periodo. Soprattutto nella seconda stagione che si apre a Parigi, città che ha da sempre fatto di costumi, design e romanticismo il suo marchio di fabbrica.
Una serie di grandissimo successo
Durante gli Emmy Awards, The Marvelous Mrs Maisel ha conquistato alcuni dei più importanti premi destinati a una serie tv comica. La serie ha difatti ottenuto il riconoscimento per la miglior comedy, miglior attrice protagonista, destinato a Rachel Brosnahan, miglior attrice non protagonista, assegnato ad Alex Borestein, miglior sceneggiatura e miglior regia di un pilot. Un grandissimo successo per questo period drama modernissimo. Sebbene ambientato negli anni 50, La fantastica signora Maisel allarga gli orizzonti, affrontando con rara intelligenza tematiche e questioni di grande attualità. Lo fa attraverso un personaggio femminile che ci fa innamorare, una donna brillante, intelligente e raffinata che si burla dell’universo impettito che la circonda, attraverso dialoghi e battute ricercate e memorabili.
Cosa dobbiamo aspettarci dalla seconda stagione
Il primo episodio della seconda stagione ci portaprestissimo a Parigi. Midge e suo padre Abw si recano in viaggio nella città più romantica d’Europa per provare a convincere Rose, la madre di Midge, a fare ritorno a casa. La donna ha difatti deciso di lasciare il marito e la figlia e fare ritorno a Parigi per ritrovare la sua identità e rifarsi una vita. A Midge non resta che sostenere il padre in questa folle impresa di riconquista attraverso un viaggio che le impone di fare riflessioni su stessa, sul suo rapporto con Joel e sulla sua vita. E mentre Midge cerca chiarezza, Susie cerca di trovare una soluzione ai suoi problemi personali e di agevolare la carriera della sua comica preferita. Il primo episodio della serie è letteralmente esplosivo: il ritmo è veloce, i dialoghi sempre più curati e raffinati, i personaggi travolgenti e gli scenari decisamente spassosi. Si ride di gusto soprattutto nel momento in cui Midge si improvvisa comica anche a Parigi e condivide i suoi disagi con i clienti di un cabaret, salendo ancora una volta sul palco per raccontare ciò che sta vivendo. Una scena ben scritta e diretta con maestria che si apre sulle note della risata e si chiude con la malinconia di chi si rende conto di dover fare i conti con una situazione che suscita in realtà una certa amarezza.