In un’ epoca in cui si vive di immagini, l’informazione è veloce e viaggia attraverso l’instanteneo, ci si interroga spesso sulla capacità di impressionarsi per qualcosa, sfruttando l’antico significato etimologico del termine, cioè l’atto o l’effetto di imprimere nella mente qualcosa. Un vero e proprio timbro o un ronzio incessante che nonostante le infinite distrazioni, riesca a sedimentarsi nella memoria e che continui a provocare in noi, anche a distanza di tempo, forti emozioni.

A parole non si può spiegare, ma tutti, ad esempio, ricorderanno fra le mille foto di baci, quella di Robert Doisneau (“Bacio davanti all’Hotel De Ville”), fra mille volti fotografati, il viso di Sharbat Gula, la ragazza afgana fotografata da Steve McCurry simbolo del conflitto afgano degli anni ottanta.

E oggi, in un’era di blog e di fotografia digitale cosa rende “memorabile” un blog, un dipinto, una fotografia rispetto a tutti gli altri?

Abbiamo provato a chiederlo a Bianca Luini, una ragazza di 23 anni nata e cresciuta a Milano fondatrice del blog Where I See fashion, un progetto ambizioso che studia la connessione tra moda, arte e immagine e che lascia lo spettatore estasiato davanti al concetto stesso di “legame” e “bellezza”.

L’idea del blog, nasce da un progetto universitario nel 2013 e si tratta di un lavoro di associazione di immagini di moda ad altre strappate al mondo dell’arte e della natura in relazione ai colori, alle forme, alle atmosfere e alle sensazioni rievocate.

Secondo Bianca ciò che rende speciale il suo blog rispetto agli altri è il fatto che tratti un tema complicato come il rapporto tra moda, arte e immagine in un modo semplice e intuitivo. E forse quello di cui abbiamo bisogno anche nella vita è la semplicità, soprattutto nella comunicazione, che dovrebbe essere diretta, prendendo spunto dalle immagini e dalla loro forza, rendendo la parola un linguaggio potente e universale.