Da quando i talebani hanno ripreso il controllo in Afghanistan, più di un bambino su tre è stato costretto a lavorare per aiutare le proprie famiglie a contrastare i crescenti livelli di povertà e fame.
È quanto emerge da un’indagine condotta in sei province afghane da Save the Children, l’organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro.
Aumentano i livelli di fame
Tre quarti dei bambini intervistati (76,1%), hanno affermato di mangiare meno rispetto a un anno fa, poiché la peggiore siccità degli ultimi 30 anni nel Paese – che ha colpito il 58% delle famiglie intervistate – ha compromesso i raccolti, causato la morte del bestiame e aggravato la scarsità di cibo e acqua.
I livelli di fame sono più alti nel nord del Paese, dove le famiglie dipendono fortemente dall’agricoltura per sopravvivere. Qui, la siccità ha provocato fame acuta in una famiglia su tre (34,3%) nella provincia di Sar-e-Pul e una famiglia su cinque (20,7%) a Jawzjan. Per fare un confronto, circa il 6% delle famiglie sia nella provincia di Nangarhar che in quella di Kabul, ha riportato tale situazione.
L’impatto sulla salute psichica
La fame non solo ha un grave impatto sulla salute fisica dei bambini, ma anche su quella psichica, perché produce ansia e depressione. Le donne e le ragazze si trovano nella fascia alta di queste percentuali, con più del doppio delle famiglie con capofamiglia che vivono con una fame acuta rispetto alle famiglie con capofamiglia di sesso maschile e il 17% in più di ragazze rispetto ai ragazzi che mangiano meno rispetto all’anno scorso.
In Afghanistan “crisi senza precedenti”
Questa drammatica situazione ha costretto molti minori a trovare un lavoro. Secondo Save the Children, in Afghanistan è in atto una crisi di diritti dell’infanzia senza precedenti. Più di un terzo (38,4%) dei bambini intervistati, infatti, lavora per mantenere la propria famiglia e il 12,5% delle famiglie riferisce che i propri figli migrano per lavoro.
“Da quando i talebani hanno ripreso il controllo in Afghanistan due anni fa, le condizioni per i minori e le loro famiglie sono terribilmente peggiorate. Quello a cui stiamo assistendo è una tempesta perfetta di crisi climatica, povertà e l’eredità del conflitto che infligge fame, malnutrizione e miseria a persone che non hanno fatto nulla per contribuire a nessuna di queste condizioni” ha affermato Arshad Malik, direttore di Save the Children in Afghanistan.
“Il fatto che i minori vengano spinti verso pratiche non sicure come il lavoro e la migrazione irregolare dovrebbe provocare un moto di indignazione in tutto il mondo. Abbiamo ricevuto un recente report che parlava di una bambina schiacciata a morte mentre si nascondeva sotto un camion in movimento al confine di Torkham, poiché era costretta a contrabbandare merci. Speriamo che la comunità internazionale, che ha tagliato in modo significativo i fondi per gli aiuti alimentari, essenziali in tutto l’Afghanistan, ripenserà a questo approccio isolazionista, ricorderà i milioni di bambini innocenti le cui vite sono in pericolo e smetterà di punire loro per decisioni con cui non hanno avuto nulla a che fare” ha ribadito Arshad Malik.
L’appello di Save the Children
Save the Children chiede un intervento urgente da parte della comunità internazionale, con lo stanziamento di aiuti umanitari e aiuti allo sviluppo a lungo termine che soddisfino i crescenti bisogni delle persone in Afghanistan. L’Organizzazione, inoltre, esorta i governi donatori a non congelare o sospendere i finanziamenti in corso e quelli già esistenti destinati al lavoro umanitario in Afghanistan, poiché ciò avrebbe un impatto devastante sulla popolazione civile, in particolare su donne e ragazze. I diritti dei minori, specialmente quello all’istruzione delle ragazze, devono essere considerati prioritari da tutte le parti interessate.