Alberto Stasi, condannato a 16 anni per il delitto di Garlasco, ha la possibilità di uscire ogni giorno dal carcere per andare a lavorare. È stato il Tribunale di sorveglianza a concedere l’attività esterna – dopo un primo rigetto del giudice – all’ormai 39enne, condannato in via definitiva nel 2015 per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi. Il commento della madre della vittima: “Dispiace sapere che chi ha ucciso nostra figlia sia già fuori”.

Stasi condannato a 16 anni

Stasi, che si è sempre professato innocente, sta scontando da circa 7 anni e mezzo nel carcere di Bollate una condanna definitiva a 16 anni per l’omicidio della ragazza. Il delitto avvenne il 13 agosto 2007 a Garlasco (Pavia). La condanna definitiva, nel 2015, è arrivata dopo le annullate assoluzioni del 2009 e 2011: a Stasi sono stati dati 16 anni di reclusione, attraverso la riduzione di un terzo della pena.

I possibili sconti di pena per Stasi

Stasi ha il fine pena nel 2030, ma per buona condotta con lo scomputo di 45 giorni di liberazione anticipata ogni 6 mesi lo può anticipare nel 2028, con possibilità di chiedere l’affidamento in prova dal 2025.

Il permesso di lavorare all’esterno

Da quattro mesi, secondo quanto riporta il “Corriere della Sera”, Alberto Stasi esce dal carcere di Bollate dov’è detenuto per andare a lavorare. Svolge mansioni amministrativo-contabili e deve fare rientro in cella la sera. Deve rispettare rigide prescrizioni sugli orari di uscita e di rientro in cella, sui mezzi di trasporto utilizzabili, sugli itinerari dai quali non discostarsi e sui controlli.

Alberto Stasi
Alberto Stasi in una foto di archivio

Il risarcimento economico alla famiglia Poggi

In sede di giudizio, a favore dei genitori di Chiara era stato fissato un milione di euro di danni e 150 mila euro di spese legali. Il 39enne –
spiega il “Corriere” – pur continuando a respingere il verdetto, nel 2018 ha raggiunto in sede civile con la famiglia Poggi una transazione che lo impegna a risarcire 700mila euro: metà già liquidati e metà promessi con detrazioni mensili sugli stipendi del lavoro prima in carcere e poi fuori.

Chiara Poggi

L’amarezza della madre di Chiara

“Sapere che chi ha ucciso nostra figlia dopo sette anni già esce dal carcere, pur senza aver mai ammesso la sua responsabilità, spiace. Non sono notizie belle. Ma la legge è così e non possiamo farci niente. Del resto ci aspettavamo che un momento o l’altro avrebbe ottenuto questo beneficio”. Rita Preda, la mamma di Chiara Poggi, ha commentato così la notizia del beneficio all’attività esterna concesso ad Alberto Stasi. “Non ne eravamo informati – aggiunge – e non ci ha fatto piacere apprendere la notizia in questo modo. Avremmo voluto saperlo non dal giornale”.

Legale dei Poggi: “Capita ai detenuti mediatici”

“C’è un tema di ammissione di responsabilità. Il primo giudice aveva negato il lavoro esterno perché Stasi non ha mai ammesso nulla. Altri tribunali non lo concedono se non risarcisci e non c’è un pentimento. Succede solo a Bollate e per i detenuti mediatici”, ha dichiarato l’avvocato Gianluigi Tizzoni, che assiste la famiglia di Chiara Poggi, sull’ammissione al lavoro esterno per Alberto Stasi.