Secondo un gruppo di esperti che operano nei principali centri pediatrici italiani, il numero di posti letto nelle terapie intensive pediatriche in Italia è insufficiente. Il documento redatto, pubblicato su The Lancet, rivela attualmente una carenza pari al 44,4%.

Lontani dagli standard europei

Gli standard europei suggeriscono un letto ogni 20.000-30.000 bambini. In Italia, il numero di letti è solo 273 per 9 milioni e 788.622 pazienti di età compresa tra 1 e 18 anni; a conti fatti un un letto ogni 35.856 pazienti, numero lontano dallo standard raccomandato. Nel dettaglio, 16 regioni in Italia hanno meno del 25% dei posti letto raccomandati dagli standard europei. La carenza di posti letto nelle macroaree italiane è del 67,3% al Sud, del 42,3% al Nord e del 2,2% al centro.

Terapie intensive pediatriche, il caso Sardegna

Si legge nello studio: “Il caso della Sardegna illustra bene questo problema. Nonostante l’isolamento geografico dal resto della penisola italiana, la regione non dispone di un solo posto letto in terapia intensiva pediatrica. Questa assenza di adeguati servizi di terapia intensiva pediatrica è preoccupante, soprattutto considerando le potenziali difficoltà nel trasferire i bambini gravemente malati nelle terapia intensive situate nel resto del Paese”.

Mamma stringe la mano al figlio ricoverato

Pediatri: “Situazione inaccettabile”

Alla luce della lettera-denuncia pubblicata sulla rivista The Lancet, interviene sul tema la presidente della Società Italiana di Pediatria (Sip), Annamaria Staiano. Offrire ai pazienti pediatrici l’opportunità di essere assistiti in unità di terapie intensive dedicate – afferma Staiano – significa “aumentare le loro possibilità di sopravvivenza rispetto ai bambini che vengono ricoverati in terapie intensive per adulti. È inaccettabile che una parte importante dei bambini italiani in condizioni critiche venga assistita in terapie intensive per adulti, così come non è ammissibile che esistano differenze così profonde tra le varie regioni italiane”.

“Terapie intensive pediatriche poche e mal distribuite”

Nonostante le Terapie intensive Pediatriche (Tip) giochino un ruolo rilevante sulla prognosi, rileva ancora Staiano, “in Italia sono poche e mal distribuite, ma il primo grande problema è che nel nostro Paese non esiste una modalità precisa per censirle. Manca infatti un codice che le identifichi, codice ministeriale che esiste per tutte le altre discipline assistenziali. Ciò rende molto difficile valutare con esattezza il numero di letti e i reparti”.

Un bambino su quattro ricoverato in reparti per adulti

Secondo calcoli Sip nell’anno 2022, le Tip che trattano soggetti in età pediatrica con una attività clinica sufficiente (almeno 100 pazienti/anno) sono appena 26 in tutta Italia e i letti di Tip sono circa 202 con una media di 3 posti letto per un milione di abitanti, ben al di sotto della media europea pari a 8. Numeri, questi, addirittura inferiori a quelli riportati nella lettera a Lancet. “Molti bambini finiscono, quindi, per essere ricoverati in terapie intensive per adulti, dove manca una specifica esperienza in assistenza pediatrica, determinante per ottenere i migliori risultati possibili”, prosegue Staiano.

Oggi un bambino su quattro è ricoverato in reparti per adulti, e circa l’85% dei degenti tra 15 e 17 anni è gestito in condizioni di promiscuità con pazienti adulti e anziani e da personale non specializzato nell’assistenza ai soggetti in età evolutiva. “La prima proposta presentata al Governo nell’ambito del tavolo per la riforma del DM 70 è la definizione del codice ministeriale di disciplina specifico per Terapia Intensiva Pediatrica. È questo un presupposto essenziale”, conclude Staiano.