I ricercatori dell’Università di Boston hanno sviluppato uno strumento di intelligenza artificiale che, sulla base degli schemi linguistici usati da una persona, sarebbe in grado di prevedere con una precisione pari a quasi l’80% se un soggetto affetto da lieve deterioramento cognitivo avrà probabilità di rimanere stabile nei successivi sei anni o di sviluppare la demenza associata al morbo di Alzheimer. Il team ha pubblicato i suoi risultati sulla rivista Alzheimer’s & Dementia.
Alzheimer, uno studio su anziani con disturbi cognitivi
Il team della Boston University si è rivolto all’AI per individuare se un soggetto affetto da lieve deterioramento cognitivo svilupperà o meno l’Alzheimer, semplicemente osservando il modo in cui parla. I ricercatori hanno preso in esame un gruppo di 166 persone – 107 donne e 59 uomini – di età compresa tra 63 e 97 anni che presentavano un certo livello di disturbi cognitivi. Utilizzando un modello di elaborazione del linguaggio, hanno tentato di vedere se avrebbero sviluppato l’Alzheimer entro un periodo di sei anni.
Le interviste analizzate dall’intelligenza artificiale
Ogni partecipante aveva preso parte in precedenza al Framingham Heart Study, condotto dalla Boston University. Nell’ambito di tale ricerca, ogni soggetto era stato registrato nel corso di un’intervista di circa un’ora. Queste interviste sono state analizzate dallo strumento di intelligenza artificiale sviluppato dai ricercatori. Il modello ha estratto contenuti dalle interviste, come le parole erano pronunciate e strutturate così come la loro velocità. I ricercatori hanno quindi utilizzato una combinazione di strumenti di riconoscimento vocale per individuare connessioni tra discorso, dati demografici, diagnosi e progressione della malattia.
Correlazione fra modelli linguistici e declino cognitivo
Della coorte, 90 persone hanno avuto un progressivo declino delle loro funzioni cognitive, mentre 76 sono rimaste stabili. Ma ciò che i ricercatori dell’Università di Boston hanno scoperto è che combinando strumenti di riconoscimento vocale e apprendimento automatico, potevano tracciare le connessioni tra modelli linguistici e declino cognitivo, sulla base di biomarcatori associati al declino cognitivo. Il modello sviluppato, anche se su un campione di piccole dimensioni, è stato in grado di prevedere un declino cognitivo significativo con una precisione del 78,5%, affermano i ricercatori.
Poiché il team sapeva già chi aveva sviluppato l’Alzheimer, è stato utilizzato un approccio di apprendimento automatico per individuare, nei discorsi trascritti, i segni comuni che collegavano le 90 persone le cui funzioni cognitive sarebbero diminuite a causa dell’Alzheimer. Successivamente, l’algoritmo potrebbe essere applicato al contrario, aggiungendo però fattori quali l’età e il sesso auto-riportato per produrre il punteggio predittivo finale.