Il Ministero dell’Istruzione mette fine alla confusione degli ultimi giorni: resta confermata la stretta sulla condotta per l’ammissione all’esame di Maturità 2025. Nessuna marcia indietro sui nuovi criteri, come invece era stato ipotizzato da alcuni organi di stampa nelle ultime ore. A chiarirlo ufficialmente è stato lo stesso Ministero dell’Istruzione e del Merito, guidato da Giuseppe Valditara, con una comunicazione netta e definitiva: a impedire l’accesso all’esame non saranno le insufficienze nelle materie scolastiche, ma esclusivamente un giudizio negativo nel comportamento. Le regole dunque non cambiano: se uno studente riceverà un 5 in condotta non potrà accedere all’esame di Stato. Un’insufficienza in una o più discipline, invece, non precluderà automaticamente l’ammissione, lasciando ai consigli di classe la possibilità di valutare caso per caso.
Condotta decisiva per l’ammissione alla Maturità
Il Ministero ha ribadito che le novità introdotte dalla legge del 1° ottobre 2024 intervengono unicamente sulla valutazione del comportamento, senza intaccare i criteri legati all’andamento scolastico. In altre parole, la stretta riguarda esclusivamente la condotta: per accedere all’esame di maturità sarà necessario ottenere almeno sei decimi nel comportamento. Chi riceverà il 5, infatti, non potrà sostenere l’esame e dovrà ripetere l’anno. Resta invece invariato il quadro normativo per quanto riguarda i voti nelle singole materie. La normativa prevede che gli studenti siano ammessi all’esame con almeno 6 in ogni disciplina. Tuttavia, anche in presenza di un’insufficienza, il consiglio di classe ha facoltà, con adeguata motivazione, di permettere comunque l’accesso all’esame.
La smentita del Ministero: «Nessun dietrofront»
La precisazione è arrivata dopo che alcune testate giornalistiche avevano riportato la notizia di una presunta retromarcia del Ministero, alimentando dubbi tra studenti, famiglie e docenti. Un equivoco nato da un’interpretazione errata di una nota ministeriale diffusa nei giorni scorsi. «Nessun dietrofront sugli esami di maturità – ha ribadito il Ministero -. L’insufficienza che comporta la non ammissione riguarda solo il voto di condotta e non il profitto». Il chiarimento è stato affidato anche a una circolare firmata dal direttore generale degli ordinamenti scolastici, Antonella Tozza, indirizzata a tutte le scuole italiane. «La legge 1° ottobre 2024 – si legge nel documento – è intervenuta esclusivamente sulla valutazione del comportamento in relazione agli scrutini e all’esame di Stato, senza modificare in alcun modo le disposizioni relative alla valutazione delle discipline ai fini dell’ammissione all’esame».
Le regole per la Maturità restano quelle già in vigore
Dunque, per quanto riguarda il rendimento scolastico, rimane valida la normativa esistente. Gli studenti sono ammessi all’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione se ottengono almeno sei decimi in ogni disciplina o gruppo di discipline valutate con un unico voto, oltre a un voto di condotta non inferiore a sei decimi. Solo in presenza di una votazione inferiore a sei decimi in una o più materie, il consiglio di classe, sulla base di una valutazione complessiva e motivata, può deliberare l’ammissione all’esame. Il Ministero ha voluto ribadire con forza questo principio, sottolineando che «una lettura serena e oggettiva della nota ministeriale avrebbe evitato inutili allarmismi». Nessuna modifica, dunque, per quanto riguarda i criteri di valutazione scolastica: resta confermato che l’unico voto decisivo e insuperabile per l’ammissione è quello di condotta.
Tesina obbligatoria in educazione civica per chi ha 6 in condotta
C’è però un’altra importante novità per gli studenti che otterranno un 6 nel comportamento. In questo caso, anche se si verrà ammessi alla Maturità, sarà obbligatorio presentare una tesina su un argomento di educazione civica, a dimostrazione di un percorso di riflessione e crescita personale. Un segnale chiaro voluto dal ministro Valditara per sottolineare l’importanza del rispetto delle regole e della convivenza civile a scuola.