Il ritorno di Chiara Ferragni sui social con il revenge dress

Chiara Ferragni ha fatto il suo (ennesimo ritorno) sui social con dei contenuti che provengono direttamente dalla Biennale di Venezia, dov’è arrivata per visitare la mostra di Francesco Vezzoli, con il quale i Ferragnez in passato hanno collaborato. Ha indossato quello che in tanti considerano un revenge dress, richiamando quello di Lady D dopo l’intervista in cui il principe Carlo ammetteva di non aver mai interrotto la sua relazione con Camilla. A molti l’elegante long dress nero, con profondo spacco sulla coscia, ha ricordato quello della precedente principessa del Galles

La pronuncia dell’Antitrust

Intanto l’Antirtrust ha pubblicato la relazione sul caso Balocco, con la conclusione che la commistione tra sponsorizzazione e iniziative di beneficenza danneggia i consumatori. Il presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, Roberto Rustichelli, ha sottolineato che “il comportamento dei consumatori può essere indebitamente pregiudicato da una comunicazione fondata su una ambigua commistione tra sponsorizzazione e iniziative di beneficenza, inducendoli a credere – contrariamente al vero – di contribuire all’iniziativa benefica attraverso l’acquisto del prodotto”.

Il caso Ferragni-pandoro Balocco

Nella relazione si fa un chiaro riferimento all’iniziativa “Pandoro Pink Christmas“, al centro del procedimento chiuso nei confronti delle società Balocco Industria Dolciaria, Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l., le ultime due società riconducibili a Chiara Ferragni. “Ad esito dell’istruttoria l’Autorità ha accertato che la donazione pubblicizzata come legata alle vendite del ‘Pandoro Pink Christmas’ era stata fatta dalla sola Balocco diversi mesi prima del lancio del prodotto sul mercato, per un ammontare in cifra fissa, privo dunque di qualunque rapporto con le quantità del prodotto vendute, e senza alcuna partecipazione diretta dell’influencer coinvolta all’iniziativa benefica”, ha specificato Rustichelli.

Non solo Ferragni, attenzione alla comunicazione degli influencer

L’Agcm ha posto l’attenzione sulla comunicazione che gli influencer fanno sui social network. “Le comunicazioni commerciali che uniscono attività di sponsorizzazione da parte di cosiddetti influencer ad attività benefiche – si legge nella relazione – sono oggetto di grande attenzione per la loro rilevanza e problematicità, in particolare, nel contesto dell’attuale digitalizzazione della società e dell’economia”. Queste comunicazioni, viene sottolineato, “possono incidere in maniera significativa sulle scelte economiche dei consumatori, facendo leva sulla loro particolare sensibilità etica per iniziative benefiche, specie se rivolte a favore di bambini o ragazzi affetti da gravi malattie o recanti disabilità e in occasione di particolari ricorrenze”.

Consumatori ingannati

L’Antitrust ha affermato che “la scorrettezza delle predette comunicazioni commerciali o campagne pubblicitarie emerge, in particolare, laddove la commistione tra sponsorizzazione e iniziative benefiche – amplificata dal ruolo per definizione svolto dai cosiddetti influencer – sia tale da indurre in errore i consumatori dando loro l’impressione di poter contribuire direttamente all’iniziativa benefica tramite l’acquisto del prodotto pubblicizzato”.

Recuperati milioni di euro

Grazie alla sua attività, l’Agcm è riuscita a recuperare oltre 122 milioni di euro, che sono stati restituiti a 600mila consumatori in 15 mesi. Tra gennaio 2023 e marzo 2024, l’Autorità ha esaminato oltre 34mila segnalazioni, ha concluso 102 procedimenti, di cui 40 con accertamento dell’infrazione e 48 con accoglimento degli impegni.

Codacons: “L’Antitrust indaghi sulle attività degli influencer”

Sul caso Balocco-Ferragni è tornato, ancora una volta, anche il Codacons. Ringraziando l’Antitrust per avere accolto la denuncia, l’associazione ha chiesto di “indagare a tutto campo sulle attività degli influencer”. “Quando abbiamo denunciato l’opacità dell’operazione Ferragni-Balocco – si legge in una nota – siamo stati i soli in Italia a evidenziare come qualcosa non funzionasse in tema di beneficenza e sponsorizzazioni. Grazie all’azione dell’Antitrust che ha ritenuto fondata la nostra denuncia, è stato scoperchiato il vaso di Pandora che ha portato alla luce attività illecite sanzionate con multe pesanti. Ma ancora non basta. L’Autorità deve ampliare il suo raggio d’azione indagando a tutto campo sull’operato degli influencer, che sempre più spesso realizzano sui social network attività di marketing, pubblicità e sponsorizzazioni in modo ambiguo e poco trasparente, colpendo milioni di utenti ed eludendo le norme di settore”.