Sono 13 le Regioni italiane promosse in assistenza ospedaliera essenziale. È quanto emerge dal nuovo report del ministero della Salute sul «Nuovo Sistema di Garanzia», lo strumento per la valutazione della capacità delle Regioni di erogare i livelli essenziali di assistenza sanitaria. I dati fotografano un generalizzato miglioramento dell’assistenza ospedaliera, accompagnato da progressi per quella territoriale (sia pur con alcune criticità). D’altro lato, zoppica la prevenzione.
Come avviene la valutazione delle Regioni
Gli ultimi dati presentati al ministero della Salute si riferiscono al 2022 e misurano l’assistenza fornita in ospedale, quella sul territorio e gli interventi di prevenzione, come le vaccinazioni o gli screening. Il sistema, misura 88 indicatori, attribuendo a ciascuno di essi un punteggio da 0 a 100, in cui 60 rappresenta la soglia di sufficienza.
«Questo rapporto ci mostra che le Regioni hanno superato la fase della pandemia e l’ultimo triennio sembra aver portato un miglioramento generalizzato nella capacità di erogazione dei livelli essenziali di assistenza», illustra Americo Cicchetti, direttore generale della ex Direzione generale della programmazione sanitaria del ministero della Salute. Il miglioramento, però, non riguarda allo stesso modo le tre aree del servizio sanitario né tutte le Regioni.
Solo 13 Regioni promosse in assistenza essenziale
A conferma della forte variabilità tra Regioni nella capacità di garantire interamente ai cittadini i livelli essenziali di assistenza, solo 13 raggiungono la sufficienza. Si tratta di Piemonte, Lombardia, Provincia autonoma di Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Puglia e Basilicata.
Area ospedaliera, sotto soglia solo la Valle d’Aosta
Migliorano gli indicatori che misurano il sistema ospedaliero. Tutte le Regioni, salvo la Valle d’Aosta, raggiungono infatti un punteggio sufficiente con un valore massimo (98,35) raggiunto dalla P.A. di Trento, seguito da Emilia-Romagna (93,50) e Toscana (92,32). Il rapporto fotografa la diffusione di buone pratiche nel sistema ospedaliero: crescono per esempio gli interventi per il cancro al seno eseguiti in strutture ad alto volume e quindi a maggiore specializzazione. Restano tuttavia sacche di inappropriatezza: si registra per esempio un aumento dei parti cesarei negli ospedali più grandi.
Assistenza ospedaliera sul territorio: 5 Regioni insufficienti
Nell’area dell’assistenza sul territorio hanno un punteggio sotto la soglia Valle d’Aosta, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna. Tuttavia, si notano progressi, in diversi ambiti. Per esempio calano i ricoveri prevenibili, sintomo di una buona presa in carico sul territorio; aumentano i pazienti che ricevono cure palliative (ne ha avuto accesso il 64,55% dei pazienti oncologici morto per tumore); migliorano i tempi di soccorso del sistema 118 che su scala nazionale si attestano a 19 minuti.
Prevenzione, situazione critica
Resta critica la situazione della prevenzione, con vaccinazioni, screening oncologici e stili di vita che in molte Regioni fanno passi indietro rispetto agli anni precedenti. In questo ambito non raggiungono la sufficienza Valle d’Aosta, P.A. Bolzano, Abruzzo, Molise, Calabria, Sicilia, Sardegna. Ben 12 Regioni nel 2022 hanno inoltre un punteggio peggiore rispetto al 2021.
Tra i singoli indicatori, resta molto da fare nel campo delle vaccinazioni. Le coperture sono sostanzialmente stabili e solo 5 Regioni (Lombardia, P.A. Trento, Veneto, Emilia Romagna, Campania) hanno un punteggio pieno. Va peggio sugli screening oncologici: solo 3 Regioni (P.A. Trento, Veneto, Emilia Romagna) raggiungono il 100, con 7 Regioni, tutte al Centro-Sud, sotto la soglia della sufficienza. Tra gli screening quello che fatica di più è quello per il cancro del colon retto che ha un livello di adesione nazionale del 28,23%, con 5 Regioni sotto il 15%, tra cui spicca la Calabria con il 2,72%.