Spinta dopo un litigio oltre la ringhiera del balcone al settimo piano del palazzo dove viveva, Aurora ha tentato disperatamente di aggrapparsi alle inferriate. A quel punto il fidanzato l’avrebbe colpita ripetutamente sulle mani costringendola a mollare la presa fino a farla precipitare al suolo.

Morte di Aurora, fermato il fidanzato

È la ricostruzione fatta dai carabinieri e dalla Procura per i minorenni di Bologna su quanto accaduto la mattina del 25 ottobre a Piacenza, quando la tredicenne è morta dopo un volo di una decina di metri dal balcone di casa. Il fidanzato 15enne è stato fermato lunedì per omicidio volontario. La svolta alle indagini è arrivata anche grazie alle dichiarazioni spontanee di un testimone oculare che avrebbe raccontato ai militari quanto accaduto.

Chiesta la custodia cautelare in carcere

Da indagato a piede libero il giovane è così finito nell’istituto penale minorile di Bologna, dove si è celebrata l’udienza di convalida del provvedimento. La Procura, con il pm Simone Purgato, ha chiesto la custodia cautelare in carcere. Era presente anche la madre del 15enne, che è passata in silenzio davanti ai giornalisti di fronte al palazzo di giustizia. Il giovane, giaccone con il cappuccio in testa, è transitato rapidamente in un cortile interno della struttura per raggiungere l’aula.

Il fidanzato di Aurora si era dichiarato innocente

L’indagato «ha risposto alle domande» si è limitato a dire l’avvocato difensore Maini al termine dell’udienza, senza tuttavia aggiungere altro né spiegare il tenore o il contenuto delle dichiarazioni del suo assistito. Che nell’interrogatorio a cui era stato sottoposto venerdì scorso aveva negato ogni responsabilità, dicendo che la fidanzata era caduta da sola.

Al via l’analisi sui dispositivi informatici

Oggi intanto prende il via l’analisi dei dispositivi informatici, cellulari e altro, che sono stati sequestrati, un incidente probatorio che potrà aggiungere altri elementi utili alle indagini. La Procura, conclusi gli accertamenti medico legali sulla salma, ha dato poi il nulla osta al funerale che dovrebbe svolgersi all’inizio della prossima settimana.

La denuncia della sorella di Aurora

«Purtroppo, anche se giustizia è almeno stata fatta, Aurora non la porterà mai indietro nessuno, ma vivrà sempre con tutti noi», scrive la sorella 22enne sui social, mentre la scritta “Aurora vive” è apparsa su un muro a Piacenza. Proprio la sorella fin dall’inizio ha accusato il fidanzato, denunciando pubblicamente il suo comportamento ossessivo, postando le chat con cui la ragazzina si sfogava. La famiglia di Aurora aveva anche detto ai carabinieri che la stessa 13enne ne aveva parlato con i servizi sociali.

Servizi sociali: «Mai segnalati comportamenti violenti»

A distanza di qualche giorno, è arrivata una replica del Comune: «In nessun caso – dice l’amministrazione – segnalazioni di comportamenti violenti o anche solo minacciosi sono state fatte ai Servizi né dai familiari di Aurora né da altri». Sul ragazzo di Aurora, la madre «lo riteneva una compagnia non gradita e riferiva una certa difficoltà a gestirne la presenza in casa, a volte anche notturna». Tuttavia «non ha segnalato ai servizi sociali comportamenti violenti» del ragazzo e non ha mai comunicato di aver sporto denuncia alle Forze di Polizia. Anche la ragazza non avrebbe mai fatto riferimento a comportamenti minacciosi e violenti.