La condivisione del letto con mamma e papà non influisce sullo sviluppo psicologico dei bambini. Utilizzando i dati dello UK Millennium Cohort Study, che ha seguito le vite di 16.599 bambini nati nel Regno Unito, un recente studio dell’Università dell’Essex ha scoperto che dormire nel lettone a 9 mesi non ha alcun impatto sullo sviluppo emotivo e comportamentale del bambino nella tarda infanzia.
Co-sleeping, un dibattito aperto
Secondo la ricerca, pubblicata sulla rivista Attachment and Human Development, non ci sarebbe dunque nessun problema legato al cosiddetto co-sleeping, pratica da tempo al centro di controversie e dibattiti. In passato alcuni esperti ritenevano che influisse negativamente sullo salute mentale a lungo termine dei bambini. Altri, invece, ne sostenevano l’utilità soprattutto per i genitori per concedersi un riposo altrimenti difficile o favorire l’allattamento durante la notte.
L’attuale studio si è concentrato sulla condivisione del letto all’età di 9 mesi, esaminandone gli effetti in un arco temporale limitato nella vita dei bambini: dai 3 agli 11 anni. Per stessa ammissione dei ricercatori i risultati ottenuti potrebbero essere differenti se il co-sleeping si verificasse a un’altra età oppure continuasse per periodi più lunghi di tempo.
Condivisione del letto, i risultati della ricerca
«Nonostante il dibattito in corso sui potenziali danni e benefici a lungo termine della condivisione del letto, sono state condotte poche ricerche scientifiche su questo argomento», spiega la dottoressa Ayten Bilgin, del Dipartimento di Psicologia e autrice principale dello studio. «I genitori possono stare tranquilli che, finché il co-sleeping viene praticato in modo sicuro, è improbabile che dormire nel lettone abbia un impatto negativo sullo sviluppo emotivo e comportamentale dei bambini. C’è molto senso di colpa e vergogna attorno alla condivisione del letto, ma è una scelta dei genitori».
Rischio Sids, come evitarlo
Pur non comportando impatti sulla salute dei bambini, il co-sleeping vuole alcune regole per prevenire il rischio Sids, ovvero la sindrome della morte in culla, che colpisce in media un bambino su 1.500-2.000 e in Italia causa circa 300 decessi l’anno.
Secondo l’American Academy of Pedriatics, per i primi sei mesi di vita i bambini non dovrebbero dormire nel lettone, ma vicino al loro letto in una culla. Ciò per evitare soffocamento o intrappolamento nella condivisione del letto con adulti, fratelli e sorelle. Tra le linee guida del Ministero della Salute in Italia si raccomanda ai genitori di non dormire mai nello stesso letto soprattutto sei il bimbo ha meno di 4 mesi di età, né di lasciarlo dormire con i fratelli più grandi.