Una donna trans australiana, Roxanne Tickle, ha vinto una causa per discriminazione contro un’app riservata alle donne, dopo che le era stato negato l’accesso in quanto giudicata uomo.
Trans risarcita per discriminazione indiretta
L’app Giggle for Girls – chiusa intanto nell’agosto 2022 – e la sua fondatrice Sall Grover sono stati condannati a pagare 10mila dollari australiani (6.700 dollari Usa) di risarcimento oltre alle spese legali alla Tickle che, secondo i giudici della Corte federale, avrebbe subito una discriminazione legata all’identità di genere. Nello specifico la donna, secondo i giudici, è stata “discriminata indirettamente”, una condizione che si verifica quando una decisione svantaggia una persona con determinate caratteristiche.
La vicenda di Roxanne Tickle
Nel 2021, Roxanne Tickle aveva scaricato Giggle for Girls, un’app pubblicizzata come un “rifugio” online in cui le donne potevano condividere le proprie esperienze in uno spazio sicuro, precluso agli uomini. Per ottenere l’accesso, aveva dovuto caricare un selfie per dimostrare di essere una donna: la valutazione era stata effettuata da un software di riconoscimento di genere progettato per escludere gli uomini. Dopo essersi iscritta con successo alla piattaforma, sette mesi dopo la sua adesione è stata revocata.
Le argomentazioni della donna trans
Roxanne Tickle, rivendicando come donna il diritto di utilizzare i servizi della app cui si era iscritta, ha fatto causa alla piattaforma di social media e alla sua CEO Sall Grover sostenendo di essere stata discriminata in base alla sua identità di genere. Ha chiesto un risarcimento danni pari a 200.000 dollari australiani, sostenendo che il “persistente uso improprio del genere” da parte di Grover aveva provocato “ansia costante e occasionali pensieri suicidi”. “Le dichiarazioni pubbliche di Grover su di me e su questo caso sono state angoscianti, demoralizzanti, imbarazzanti, estenuanti e dolorose. – ha affermato la donna trans in una dichiarazione giurata -. Ciò ha portato le persone a pubblicare commenti di odio nei miei confronti online e a incitare indirettamente altri a fare lo stesso”.
ll giudice: “Sesso non necessariamente binario”
Il team legale di Giggle for Girls ha sostenuto nel corso del processo che il sesso è un concetto biologico. La sua fondatrice, Sall Grover, ha rivendicato la scelta di limitare l’accesso alla app alle donne “cisgender”, ovvero quelle il cui sesso di nascita coincide con la loro identità di genere. Nella sua sentenza, il giudice Robert Bromwich ha invece fatto riferimento alla giurisprudenza che stabilisce che il sesso è “mutevole e non necessariamente binario”, respingendo l’argomentazione di Giggle. Il giudice della corte federale ha constatato che la Tickle vive come donna dal 2017, ha un certificato di nascita aggiornato che attesta che il suo genere è femminile, si è sottoposta a un intervento chirurgico di affermazione di genere e “sente nella sua mente che psicologicamente è una donna”.