Mentre si è scoperto che fin dalla gestazione i bambini con madri che parlano solo una lingua sono “sintonizzati” su un tono specifico, corrispondente alla lingua della madre, un nuovo studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Human Neuroscience rivela che i figli di madri bilingue sono sensibili a una gamma più ampia di frequenze. Ciò si tradurrebbe nel fatto che questi bambini inizino ad apprendere lingue differenti prima ancora di nascere.

Ambiente acustico più complesso con madri bilingue

Che i bambini in grembo imparino la lingua della madre, che preferiscano la voce materna a quella degli altri e riconoscano persino le storie raccontate loro mentre sono in pancia è ormai cosa risaputa. Ad oggi però non erano stati condotti studi sull’elaborazione del linguaggio nei feti di madri bilingue.

“Le lingue variano nel ritmo e nell’accentuazione, ma anche nell’intonazione e nelle informazioni fonetiche. Ciò significa che ci si aspetta che i bambini di madri bilingue siano immersi in un ambiente acustico più complesso rispetto a quelli di madri monolingue”, spiega Carles Escera, professore presso l’Istituto di Neuroscienze dell’Università di Barcellona e autore dello studio.

Bilinguismo materno, gli effetti sui neonati

Nell’articolo di Frontiers in Human Neuroscience, i ricercatori dell’Università di Barcellona spiegano di aver studiato 131 gruppi di madri e bambini di età compresa tra uno e tre giorni in Catalogna, dove il 42% della popolazione parla regolarmente sia catalano che spagnolo.

Le madri hanno compilato un questionario, dal quale è emerso che il 41% di loro parlava solo una lingua durante la gravidanza (di cui il 9% catalano e il 91% spagnolo), mentre il restante 59% parlava indifferentemente l’una o l’altra lingua.

I ricercatori hanno poi utilizzato degli elettrodi per misurare la risposta elettrofisiologica del cervello ai diversi suoni del linguaggio comuni alle diverse lingue.

I risultati hanno mostrato che il cervello dei bambini monolingue mostrava una risposta più elevata a un tono specifico trovato nella lingua della madre. I bambini bilingue, d’altro canto, erano più sensibili a tutti i suoni in generale, senza alcun aumento specifico nella risposta ad ogni singolo suono.

Donna incinta

Il feto e la codifica neurale

“Qui mostriamo che l’esposizione a un discorso monolingue o bilingue ha effetti diversi alla nascita sulla ‘codifica neurale’ del tono della voce e dei suoni vocalici: cioè, come le informazioni su questi aspetti del discorso sono state inizialmente apprese dal feto”, spiega Natàlia Gorina-Careta, ricercatrice dell’Università di Barcellona. “Alla nascita, i neonati di madri bilingue appaiono sensibili a una gamma più ampia di variazioni acustiche del discorso, mentre i neonati di madri monolingue sembrano più selettivamente sintonizzati sull’unica lingua in cui sono stati immersi”. “Questi risultati sottolineano l’importanza dell’esposizione al linguaggio prenatale per la codifica dei suoni del linguaggio alla nascita e forniscono nuove informazioni sui suoi effetti”, afferma Escera.

Il linguaggio dopo la nascita

I ricercatori sottolineano che le lingue parlate durante la gravidanza probabilmente hanno un effetto minimo sul modo in cui il bambino impara il linguaggio dopo la nascita, quindi i genitori monolingue e bilingue non devono preoccuparsi dell’impatto che il loro linguaggio ha sui loro figli.

“Sulla base dei nostri risultati, non possiamo dare alcuna raccomandazione ai genitori multilingue. Il periodo sensibile per l’acquisizione del linguaggio dura molto dopo la nascita e quindi l’esperienza postnatale potrebbe oscurare i cambiamenti iniziali intrapresi nel grembo materno“, precisa Jordi Costa Faidella, professore associato presso l’Università di Barcellona.