Avrebbe dovuto essere “l’evento dell’anno”, un party in piscina riservato esclusivamente a donne musulmane. E invece il Bahja Pool Party, inizialmente programmato per il prossimo 8 luglio a Limbiate (Monza) non ci sarà. Annullato.
“Restrizioni discordanti con i nostri ideali”
A comunicarlo la direzione della piscina “al Gabbiano”, luogo nel quale si sarebbe dovuto tenere l’evento: il “pool party” non è più in programma perché “le restrizioni paventate per la giornata non sono in accordo con i nostri ideali”, fanno sapere i gestori. I quali, precisando di essere “persone che in primis tengono alla tutela e all’emancipazione delle donne“, sottolineano di aver pensato di affittare la location senza conoscere tutti i dettagli dell’evento, che altrimenti avrebbero rifiutato subito di ospitare.
Lega: “Party in piscina? Esempio di segregazione femminile”
A innescare la polemica a seguito della pubblicità della giornata da parte degli organizzatori di “bahaja-it”, era stata l’eurodeputata leghista Isabella Tovaglieri, che aveva definito la manifestazione un esempio di “segregazione femminile”.
Stop al party in piscina, plaude la Lega
L’annullamento del party soddisfa la deputata della Lega Laura Ravetto, responsabile del dipartimento Pari opportunità del partito. “Esprimiamo soddisfazione per l’annullamento dell’evento Bahja Pool Party, la festa in piscina – ha scritto Ravetto – riservata esclusivamente alle donne musulmane. Nei giorni scorsi con la collega eurodeputata Isabella Tovaglieri abbiamo sottolineato come questa iniziativa contrastasse totalmente con le politiche di integrazione di queste donne nella nostra società, configurando il rischio di un processo discriminatorio nei confronti delle stesse, a cui veniva venduto l’evento come un momento di libertà di ‘espressione’, lontane da ‘occhi indiscreti’. Questa non è la libertà per cui abbiamo lottato in Occidente, no a messaggi pericolosi”.
Considerazioni condivise anche dal leader del partito, Matteo Salvini, nel commentare via Instagram l’annullamento dell’evento: “Vittoria! Della Lega, di chi ha appoggiato la nostra battaglia di civiltà, e del buonsenso”.
“No al party è atto di arroganza”
Di tutt’altro avviso la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, Luana Zanella. “L’annullamento – ha dichiarato – è il segno di un clima di aperta discriminazione. Soprattutto a giudicare dai commenti di alcuni esponenti della destra che vedono in questa decisione un atto liberale, mentre qui viene chiaramente messa in discussione la libertà di incontrarsi. Non si comprende se a indispettire i censori sia l’esclusività femminile della festa o l’abbigliamento eventuale delle partecipanti: in ambedue i casi siamo di fronte ad un atto di arroganza che impedisce il libero svolgimento di un party in piscina“.
Il quasi “sold out” prima dell’annullamento
Solo ieri, tramite i social, gli organizzatori della festa avevano pubblicato un messaggio di “ringraziamento” agli esponenti leghisti “per avere contribuito all’inaspettata impennata dei nostri partecipanti“. Un quasi “sold out” azzerato dalla decisione di annullare il pool party.