“Presidente, siamo nelle sue mani: ci porti via da questo Inferno“, inizia così l’accorata lettera scritta a Giorgia Meloni dalla mamma di una delle due bambine stuprate a Caivano. La donna, assieme al suo avvocato, chiede una legge ad hoc in grado di proteggere le vittime di violenze, pedofilia e prostituzione e le loro famiglie. La presidente del Consiglio ha dichiarato che intende recarsi a Caivano, accogliendo l’invito di don Patriciello. Intanto due maggiorenni di 18 e 19 anni risultano indagati per i presunti abusi sessuali ai danni delle due cuginette di 10 e 12 anni.
Meloni: “No a zone franche per la criminalità”
Giorgia Meloni ha raccolto l’invito di padre Maurizio Patriciello, una delle poche figure che al Parco Verde di Caivano è sempre stato in prima linea nella lotta alla criminalità, si è speso per la legalità e per dare un futuro ai ragazzi di questa periferia per molti “abbandonata dallo Stato”, sicuramente afflitta da degrado, sopraffazione ed omertà.
Nel corso del primo consiglio dei ministri dopo la pausa estiva, la premier ha precisato che la sua “non sarà una semplice visita: offriremo sicurezza alla popolazione”. Il governo – ha detto la Meloni – punta a “bonificare l’area” di Caivano, sottolineando che “per la criminalità non esistono zone franche“. La presidente del Consiglio ha aggiunto che il centro sportivo in stato di abbandono, uno dei luoghi dove si sarebbero consumate le violenze del branco, “deve essere ripristinato e reso funzionante il prima possibile”. Il parroco anti-clan ha espresso soddisfazione: “Ringrazio la presidente del Consiglio che ha accolto il mio invito. E da credente ringrazio il Signore che ci dà la forza di andare avanti e di non arrenderci”.
“A Caivano non solo camorra, ma anche pedofilia”
Anche la mamma di una delle due bambine vittime degli stupri, insieme al suo avvocato Angelo Pisani, ha invitato Giorgia Meloni a recarsi a Caivano. “La aspettiamo – scrive la donna – per farle vedere gli orrori e il degrado di queste periferie, qui non c’è solo criminalità, droga e camorra, spesso alibi della politica nel non risolvere i problemi, ma pedofilia, violenza e prostituzione”.
La donna, nella sua missiva, chiede interventi mirati e leggi che tutelino le persone che hanno il coraggio di dire no alla criminalità in contesti dove i clan spadroneggiano e la gente preferisce continuare a subire per paura di ritorsioni. “Perché i pentiti di mafia hanno la possibilità di tornare a vivere in una condizione di protezione insieme con le loro famiglie e le vittime non criminali, come due bambine abusate no, senza la possibilità di poter avere una nuova vita con le loro famiglie lontano dagli orchi e dall’inferno”. “Quando tra qualche tempo saranno restituite ai loro genitori – ricorda la mamma – queste bambine torneranno a vivere là dove sono state violentate correndo gravi rischi e questo non è giusto, non è possibile“.
Indagati due maggiorenni e numerosi minorenni
Le due cuginette, secondo le denunce presentate ai carabinieri nei mesi scorsi, sarebbero state ripetutamente vittime di abusi sessuali da parte di giovani e giovanissimi di Caivano. Per le presunte violenze sessuali la Procura di Napoli Nord sta indagando sul conto di due maggiorenni, di 18 e 19 anni, che al momento sarebbero a piede libero. L’inchiesta procede parallelamente a quella della procura minorile, che si occupa degli indagati minorenni, il cui numero non è noto, anche se, secondo indiscrezioni non confermate, potrebbero essere numerosi. Il tribunale civile dei Minorenni di Napoli ha intanto disposto l’allontanamento delle bambine dai luoghi dove sarebbero avvenute le violenze: attualmente si trovano in una casa famiglia dove possono vedere i familiari in un ambiente protetto e sotto il controllo di uno psicologo.