I ricercatori dell’Università della California di San Diego hanno scoperto che i cani possono “parlare” ai loro padroni utilizzando i pulsanti di una speciale tastiera.
Durante il lockdown del Covid, c’è infatti chi è riuscito a insegnare al proprio amico a quattro zampe a comunicare tramite una serie di pulsanti che, se premuti, riproducono dei suoni. Le sorprendenti capacità comunicative di alcuni cani hanno suscitato lo scetticismo dell’opinione pubblica, ma ora i ricercatori affermano che questi straordinari cagnolini sanno davvero cosa stanno dicendo.
Cos’è l’allenamento al soundboard?
L’addestramento alla tastiera a pulsanti è stato un modo per dare ai cani ulteriori strumenti per comunicare bisogni e desideri. Per farlo i proprietari hanno dotato i cani di una soundboard o “tavola sonora”, composta da singoli pulsanti. Ogni pulsante è stato associato a un suono, il suono a una parola diversa corrispondente a un luogo o una necessità (ad esempio “parco”, “gatto” o “cibo”, oppure “voglio”, “felice” o “triste”).
Quando il cane voleva comunicare con il suo padrone, poteva premere con la zampa questi pulsanti per concatenare una serie di parole. È il caso di Bunny, uno sheepadoodle diventato famoso su Internet grazie al padrone che ne ha filmato i progressi nell’addestramento con la soundboard. Inizialmente, Bunny non riusciva a fare altro che premere un pulsante specifico quando voleva uscire o fare pipì. Presto però il vocabolario di Bunny si è ampliato al punto di riuscire a chiedere di giocare, uscire e persino far sapere alla proprietaria che le voleva bene.
Cosa ha scoperto lo studio
Quando sono comparsi questi video, molti hanno insistito sul fatto che cani come Bunny non potessero “parlare” in alcun senso convenzionale del termine. I più suggerivano invece che i cani premessero semplicemente i pulsanti in risposta alle azioni dei loro padroni, senza comprenderne realmente il significato.
Il dottor Federico Rossano, scienziato cognitivo dell’Università della California di San Diego e autore principale dello studio, afferma che la ricerca è stata specificamente mirata a contrastare tali affermazioni.
Per prima cosa, i ricercatori hanno visitato le case di 30 proprietari di cani negli Stati Uniti per testare la loro reazione ai segnali acustici. Successivamente, durante l’ondata di Covid del 2022, 29 proprietari hanno continuato le sperimentazioni autonomamente a casa, sotto la supervisione di un addestratore.
Contrariamente allo scetticismo dell’opinione pubblica, questi esperimenti hanno dimostrato che i cani addestrati a utilizzare le soundboard capivano davvero il significato delle parole. I ricercatori hanno infatti scoperto che i cani rispondevano in modo appropriato a parole come “giocare” e “fuori”, indipendentemente dal fatto che fossero pronunciate dai loro proprietari o attivate premendo un pulsante.
«Le nostre scoperte – dice Rossano – sono importanti perché dimostrano che per i cani le parole sono importanti e che questi rispondono alle parole stesse, non solo ai segnali ad esse associati».
I cani e il linguaggio
Ricerche precedenti hanno suggerito che i cani hanno una conoscenza sorprendentemente buona del linguaggio umano. In uno studio del 2022, gli scienziati hanno mostrato agli animali delle clip contenenti un linguaggio reale o frasi senza senso in lingua spagnola e ungherese. Utilizzando una macchina fMRI (Functional Magnetic Resonance Imaging) è stato rilevato che le due clip attivavano parti diverse del cervello dei cani, il che suggerisce che potevano distinguere le due lingue. Altre ricerche hanno inoltre dimostrato che i cani potrebbero imparare fino a 215 parole diverse nella lingua del loro padrone.
Il dott. Rossano afferma: «Stiamo solo all’inizio dello studio. Ricerche future esploreranno il modo in cui i cani usano attivamente questi pulsanti, incluso il significato e la sistematicità dietro le sequenze di pressione dei pulsanti».