Il Captagon è detto anche “droga del combattente”, per la sua capacità stimolante e per il fatto che è utilizzata in teatri di guerra come quello in Medio Oriente, dove è in corso lo scontro tra Hamas e Israele. Proprio sui miliziani che hanno condotto l’attacco del 7 ottobre sarebbero state trovate tracce, secondo quanto riferito dalla tv Israeliana Channel 12. Si tratta di un’anfetamina che sarebbe stata utilizzata anche dai combattenti dell’Isis.
Cos’è il Captagon, la “droga del combattente” o dell’Isis
«Chiariamo che la droga del combattente perfetto non esiste – e forse è meglio così – Sicuramente di volta in volta si attribuisce questa definizione a sostanze differenti e con effetti diversi, come il tromadolo. In questo caso si parla dei miliziani di Hamas anche per un motivo geografico: il Captagon è prodotto principalmente tra Siria e Libano, dove il giro d’affari è tale che alcuni esperti lo paragonano a quello delle sostanze del narcotraffico messicano destinate al mercato europeo», premette Riccardo Gatti, direttore del Dipartimento Interaziendale Prestazioni Erogate nell’Area Dipendenze (DIPEAD) della ASST Santi Paolo e Carlo di Milano e Coordinatore del Tavolo Tecnico in area dipendenze della Regione Lombardia.
Cos’è il Captagon
«Captagon® è un marchio registrato, ha come principio attivo la fenetillina, una droga sintetica della famiglia chimica della fenetilammina, alla quale appartiene anche l’anfetamina. È uno stimolante sintetico», spiega l’esperto. «Negli anni ‘60 nella Repubblica Federale Tedesca veniva persino venduto senza ricetta. Poi è diventato un farmaco venduto dietro prescrizione e indicato per alcune malattie, per esempio il disturbo da deficit di attenzione e la narcolessia. Successivamente, però, ci si è accorti che poteva dare dipendenza ed effetti spiacevoli, soprattutto allucinogeni, e da allora non è più stato usato come farmaco – prosegue Gatti – Nelle convenzioni internazionali è stato inserito nelle sostanze controllate e poi è sparito come medicinale iniziando invece a circolare clandestinamente come droga».
Gli effetti del Captagon
Ma perché il Captagon viene assunto dai combattenti? «Il motivo è semplice: tiene svegli, fa diventare più aggressivi, riduce il senso di paura e spinge all’azione – spiega il dottor Gatti – Una volta nell’organismo, infatti, la sostanza si scompone in anfetamina e teofillina. La prima ha un’azione incisiva molto attivante e può rendere aggressivi, da qui l’uso anche in contesti militari e di guerra. La teofillina, invece, è uno stimolante più blando». È un broncodilatatore che appartiene alla stessa famiglia della caffeina: «Diciamo, infatti, che ha effetti simili proprio alla caffeina, ma insieme all’anfetamina finisce per stimolare in modo meno incisivo, soprattutto riducendo effetti collaterali della prima. È più maneggevole, quindi, rispetto alla sola anfetamina. Evidentemente, poi, dipende da chi la assume e quanta ne prende, perché è facile abusare, perdendo il controllo», osserva l’esperto.
La droga usata in guerra
Oggi si parla di Captagon proprio perché se ne sarebbero trovate tracce su miliziani di Hamas, catturati dall’esercito israeliano. In realtà il ricorso a sostante stupefacenti in contesti di guerra non è nuovo: «Negli eserciti, in passato e anche nel presente, è una consuetudine usare sostanze che possono influire sulle azioni. Ci sono anche documenti che dimostrano gli effetti di alcuni prodotti, per esempio, su interventi aerei di lunga percorrenza, per i quali è necessario stare svegli. La droga del combattente rientra tra queste sostanze, ma non è l’unica. Per esempio, è molto utilizzato anche il tramadolo».
Attenzione anche al tramadolo
«Questo è un altro farmaco che si ritrova in contesti bellici. È un oppiaceo che non deriva dal papavero dell’oppio, ma viene sintetizzato in laboratorio: è un analgesico (contro il dolore) che agisce su cellule nervose specifiche del midollo spinale e del cervello. A differenza di altri oppiacei, il tramadolo influenza anche la serotonina e la norepinefrina agendo in modo simile ad alcuni antidepressivi» spiega ancora Gatti, chiarendone l’uso tra combattenti. A questa sostanza, però, sono associati effetti collaterali anche gravi: «Può portare a dipendenza fisica e psicologica. Un sovradosaggio di Tramadolo si manifesta con pupille a spillo, vomito, gravi caduta della pressione del sangue, battito del cuore veloce, collasso, disturbi della coscienza fino al coma (profonda incoscienza), attacchi epilettici, e difficoltà nel respiro fino all’arresto respiratorio. Una overdose di tramadolo, quindi, può portare alla morte».
C’è il Captagon anche in Italia?
La domanda è rimbalzata in rete, alla notizia della diffusione di questa sostanza tra i miliziani di Hamas, ma l’esperto chiarisce: «In questo momento il mercato delle droghe si sta nettamente dividendo tra sostanze più costose e altre “low cost”, un po’ come la moda: ci si può vestire con abiti costosi oppure ci si rivolge ai discount dell’abbigliamento. Ad oggi il Captagon non è diffuso da noi. Tutto può accadere, certo, potrebbe anche arrivare – sottolinea l’esperto – Ma per ora tra gli stimolanti che circolano maggiormente c’è sicuramente la cocaina tra le sostanze di costo medio e alto, mentre tra quelle che hanno un prezzo apparentemente basso è diffuso il crack».