“Se un gol riabilita da uno stupro e si festeggia non abbiamo speranza”. Si sfoga così in una lettera la vittima della violenza sessuale di gruppo nel caso Portanova. Il calciatore, condannato in primo grado a sei anni con rito abbreviato, è tornato a giocare con la sua nuova squadra, la Reggiana, e domenica nella partita di Serie B contro la Cremonese ha anche segnato. “Un gol che mette a tacere le polemiche”, l’ha definito il cronista Rai Nicola Zanarini.

La lettera della vittima

Parole che hanno indignato la studentessa e l’hanno portata a scrivere una lettera aperta al quotidiano La Nazione indirizzata al giornalista, finito nel frattempo sotto procedimento disciplinare dalla Rai. “Mi chiedo se il radiocronista Nicola Zanarini abbia una moglie o delle figlie. In tal caso mi chiedo: se fossero state loro al posto mio queste parole dovute “alla gloria di fronte ad un gol” gli sarebbero scappate ugualmente? E loro lo avrebbero ipoteticamente scusato nel sentirgliele pronunciare?”, si domanda la ragazza.

L’invito alle donne

Nel suo lungo sfogo, la giovane si dice amareggiata ma rivolge un invito a tutte le donne. “Non si tratta di sentirsi offesa, si tratta di realizzare ancora una volta quanto manchi il rispetto per le vittime di violenza sessuale e in questo caso il rispetto per tutte le donne. Si tratta di sentirsi amareggiata e arrabbiata, comprendendo che siamo ben lontani dal cambiamento. È altresì deprimente notare come il maschilismo patriarcale, di cui tutto ciò è intriso, affonda le radici in affermazioni come queste. Ed è in momenti così che mi chiedo se noi donne siamo ancora ben lontane dal far valere le nostre battaglie. Ma noi siamo una “famiglia” unita, non fermiamoci mai di fronte a tutto questo!”

La “polemica” e la condanna di Portanova

E ancora: “Si tratta di fare un piccolo passo avanti e farne 5 indietro a causa di un risveglio domenicale in cui la prima cosa che vedo è una radiocronaca in cui vengo tirata in ballo pure se non c’entro nulla, in cui la mia battaglia viene sminuita di fronte ad un gol, in cui si parla di polemica e non di una condanna in primo grado a 6 anni. Ricordo con rito abbreviato”.

La cultura dello stupro

La ragazza si domanda poi se sia giusto che Portanova possa scendere in campo e celebrato come un eroe. “Mi chiedo se sia giusto e di buon esempio per la nostra società, per i giovanissimi e per le donne del nostro Paese, consentire un ruolo di tale visibilità, se è il caso di porlo come figura eroica ai giovani della sua squadra e pure alle giovani tifose. La presunzione d’innocenza non può non tenere conto di tutto questo. Soprattutto non può non tenere conto alla sofferenza della vittima e della famiglia. Non a caso si parla di cultura dello stupro”.

Il caso Portanova

Manolo Portanova è stato condannato a sei anni con rito abbreviato per violenza sessuale di gruppo. I fatti risalgono alla notte tra il 30 e il 31 maggio 2021 in un appartamento a Siena e vedono il coinvolgimento di altre 3 persone. Tra qualche mese il giocatore dovrà affrontare il processo d’appello al Tribunale di Firenze. Dopo la sentenza di primo grado, l’ex Juve era stato messo fuori rosa dal Genoa. Nel gennaio scorso era stato respinto dai tifosi del Bari, squadra con cui era in trattativa. Anche il suo trasferimento estivo a Reggio Emilia ha scatenato numerose contestazioni e critiche. Portanova, che si è sempre dichiarato innocente, è comunque tornato a giocare con la Reggiana, avendo vinto il ricorso al tribunale federale nazionale.

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