Guru del maschilismo radicale, noto per le sue dichiarazioni misogine e il suo sostegno al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, l’ex kickboxer professionista Andrew Tate si è rivelato al grande pubblico non solo per le sue imprese sportive ma soprattutto per le opinioni polarizzanti su temi come il femminismo, mascolinità e dinamiche di potere nella società.

Le origini

Nato il 1° dicembre 1986 a Washington, D.C., Tate ha trascorso gran parte della sua vita in Inghilterra. Ha iniziato la sua carriera come kickboxer professionista, vincendo diversi titoli mondiali nella disciplina e diventando uno dei nomi più riconosciuti nel panorama delle arti marziali miste. Costruitosi una solida immagine pubblica grazie ai successi nel mondo del combattimento, Tate ha reinvestito a fine carriera i guadagni in varie attività di business, fra intrattenimento e sospetti di imprese criminali.

Da imprenditore a influencer

La partecipazione alla versione britannica del Grande Fratello nel 2016 (dal quale è stato espulso dopo essere stato visto in un video mentre aggrediva una donna) l’ha fatto definitivamente conoscere al grande pubblico. Si è quindi rivolto alle più note piattaforme social come TikTok, Twitter e Instagram per promuovere opinioni e consigli, spesso misogini e senza scrupoli, che promettevano di insegnare come ottenere ricchezza e successo. Ma il suo passaggio ai social media l’ha reso figura ancora più controversa.

Bandito dai social

Creatosi un nome come influencer incendiario, assai seguito sul web, è stato bandito da vari social media per le sue prese di posizione additate come antifemministe, sessiste o razziste, oltre che estremiste.

Provocazioni che a suo tempo non hanno risparmiato – fin quasi all’istigazione – temi come l’immigrazione o figure pubbliche da lui disprezzate come il principe Harry e soprattutto la sua consorte Meghan. Nonostante i ban, Tate ha continuato a costruire il suo seguito attraverso canali alternativi e piattaforme meno regolamentate.

Andrew Tate con il fratello Tristan

L’arresto in Romania

Andrew Tate e suo fratello Tristan, 36 anni, sono stati coinvolti in numerose controversie legali. Entrambi sono stati arrestati in Romania nel 2022 (Andrew vi si era trasferito nel 2017 dopo aver avviato un’attività di webcam pornografiche nel Regno Unito) con l’accusa di traffico di minori e riciclaggio di denaro, oltre a quella di presunto sfruttamento sessuale nei confronti di 23 donne. I due hanno operato attraverso un’organizzazione criminale attiva tra la Romania e la Gran Bretagna all’inizio del 2021. Andrew e Tristan si sono però sempre proclamati innocenti, sostenendo di essere vittime di un complotto.

L’improvviso rientro in Florida

Nonostante i due fratelli fossero stati sottoposti al divieto di viaggio dalla giustizia rumena, l’improvvisa revoca della restrizione ha permesso ad Andrew e Tristan Tate di lasciare il Paese e tornare negli Usa a fine febbraio a bordo di un jet privato, diretto in Florida.

Nelle ultime settimane l’amministrazione Trump aveva fatto pressioni sul governo della Romania affinché revocasse le restrizioni e restituisse ai due il passaporto. A loro favore si sarebbe espresso su X, secondo quanto riportato dal Financial Times, Richard Grenell, un ex mbasciatore nominato da Trump inviato per le missioni speciali, che ne avrebbe parlato a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco con il ministro degli Esteri rumeno Emil Hurezeanu. Da parte sua il ministro non avrebbe commentato la circostanza ma Grenell avrebbe affermato di «sostenere i fratelli Tate, come dimostrano i tweet resi pubblici».

Dal canto suo Trump non si sarebbe mai apertamente espresso a sostegno dei Tate. L’hanno fatto però alcuni dei suoi più stretti collaboratori, a partire da Elon Musk, che già nel 2022 dopo l’acquisizione di Twitter (poi diventata X) aveva riaperto l’account di Andrew Tate.

Il sostegno a Donald Trump

Fervente sostenitore di Donald Trump, Andrew Tate ha espresso il suo appoggio al presidente degli Stati Uniti, lodandone idee politiche e l’innata leadership. Ha anche dichiarato di avere legami personali con Trump e il suo entourage, vantandosi del ruolo che insieme al fratello Tristan ha avuto sull’esito delle elezioni americane: «Milioni di giovani in Europa e negli Stati Uniti – ha scritto – hanno un sano approccio di destra alla politica che non avrebbero avuto se Andrew Tate non fosse mai apparso sui loro telefoni».