Dopo il lungo silenzio dovuto allo scandalo del pandoro e delle uova di Pasqua, Chiara Ferragni sta ritornando piano piano a pubblicare le sue storie su Instagram. Tuttavia, non sta avendo il successo che forse sperava: la sua reputazione e credibilità è stata messa a dura prova dalla vicenda che l’ha vista coinvolta.

Chiara Ferragni ha pubblicato alcune immagini di una gita fuoriporta con i suoi bambini avvenuta qualche giorno fa. Nelle foto e nei video si vedono Leone e Vittoria con la loro mamma immersi nella natura. Manca, però, Fedez, che non è mai inquadrato. Il rapper era con loro?

Le critiche dei follower

A prescindere da questo, il tentativo dell’influencer di fare tornare tutto come era prima dello scandalo sembra non avere convinto i fan. Infatti, Chiara Ferragni è stata travolta da una nuova ondata di critiche, poiché in una sua delle sue storie, in mezzo alle foto dei figli è comparso anche un annuncio sull’inizio dei saldi per i prodotti del suo brand sul sito e negli store.

Un annuncio che non è piaciuto, poiché è apparso subito dopo una foto della piccola Vittoria che mangia una fetta di tortino al cioccolato. In molti hanno accusato l’imprenditrice digitale di sfruttare sua figlia per attirare l’attenzione dei follower e poi fare marketing.

I marchi che abbandonano Chiara Ferragni

Intanto, dopo quello che è stato da molti rinominato il “Pandoro-gate” molti marchi stanno chiudendo i loro contratti con Chiara Ferragni. Tra questi ci sono la nota azienda di occhiali Safilo Group e Coca Cola. Entrambe hanno annunciato la fine della collaborazione con l’influencer.

Anche Monnalisa, azienda che produce abiti da bambini con sede in Toscana, ha fatto sapere tramite il quotidiano La Repubblica che “stiamo facendo valutazioni riguardo la possibilità se continuare o interrompere la collaborazione con Ferragni. Una decisione non è ancora stata presa, ma stiamo valutando la cosa”.

Una nuova inchiesta

Ma non finisce qui. A finire nel mirino dei magistrati e della Guardia di Finanza adesso è anche la bambola Trudi. Nel maggio del 2019 venne commercializzata una versione del giocattolo in edizione limitata al prezzo di 34,99 euro.

L’iniziativa venne annunciata comunicando che i profitti delle vendite sarebbero stati devoluti all’associazione contro il cyberbullismo, Stomp out bullying. La Procura avrebbe deciso di verificare come e quando avvenne la donazione.

Chiara Ferragni si difende

La società TBS crew Srl di Chiara Ferragni, che si occupa tra l’altro anche della digital marketing strategy dell’influencer, è intervenuta sul caso diffondendo un comunicato stampa nel quale si legge che “i ricavi derivanti dalle vendite di tale bambola avvenute tramite l’e-commerce The Blonde Salad, al netto delle commissioni di vendita pagate da TBS al provider esterno che gestiva la piattaforma e-commerce, sono stati donati all’associazione Stomp Out Bullying nel luglio 2019″.

E anche che “l’impegno a favore di Stomp Out Bullying ha riguardato – come dichiarato nei materiali di comunicazione – esclusivamente le vendite delle bambole fatte sul canale e-commerce diretto e non anche su altri canali gestiti da terzi”. Vicenda conclusa? Chissà, ma intanto continua a piovere sul bagnato.