“In questura per rinnovare un passaporto nel 2023 ancora bisogna giustificarsi per essere monogenitore, sentendosi quasi in colpa per qualcosa. Il tutto davanti a un bambino. Che grande Paese che siamo“. Inizia così la denuncia di Chiara Maci, che su Instagram racconta la brutta esperienza vissuta in prima persona.
L’imbarazzo in questura
In questura a Milano per rinnovare il passaporto alla figlia Bianca, nata nel 2014 quando Maci era single, la food blogger spiega di essersi sentita in imbarazzo per dover giustificare il fatto che non ci fosse anche un padre. Difficoltà acuita dal fatto che la bambina fosse accanto a lei.
Sembrerebbe infatti che in questura abbiano domandato ulteriori documenti per conoscere l’identità del papà di Bianca, richiesta per niente gradita alla Maci. “L’ho buttata sul ridere, davanti a mia figlia. Perché le lacrime agli occhi io le trattengo quando devo, me lo hanno insegnato le donne. Ma hanno fatto male a lei, prima che a me“, continua nel suo post la food blogger.
Chiara Maci mamma single
Chiara Maci ha un altro figlio, Andrea, nato nel 2018 dalla relazione con lo chef Filippo La Mantia. Ma Bianca l’ha cresciuta da sola, con tutte le sue forze, e non sempre è stato facile. Scrive la food blogger: “A me hanno fatto male 9 mesi di ecografie senza qualcuno che mi stringesse la mano, mi hanno fatto male all’anagrafe, ad ogni festa del papà, ad ogni modulo con doppia firma dove il mio era sempre mancante di qualcosa. Mi hanno fatto male le istituzioni, le pubblicità delle famiglie perfette, la normalità comunicata che è sempre stata solo una. È da quando ho partorito da sola che la diversità non mi fa più paura. Perché diversa sono anche io“.
Infine l’amara chiusura con la risposta alla figlia Bianca che le chiede perché in questura vogliono altri documenti: “Perché non sanno fare il loro lavoro, amore. Tutto qui”.
I commenti dei follower
Tanti i commenti al racconto di Chiara Maci, seguitissima Instagram (oltre 700 mila follower). La gran parte degli utenti si è schierata con lei, a sostegno delle famiglie monogenitoriali, troppo spesso discriminate. E a coloro che le hanno dimostrato solidarietà Maci ha espresso tutta la sua gratitudine: “Ho letto centinaia di vostri direct. Non so quante mail. Mi sono commossa più volte”, ha scritto la food blogger.
D’altra parte c’è stato chi, pur condividendo il pensiero di Chiara Maci, ha voluto difendere il personale della questura che avrebbe esclusivamente seguito il protocollo e le regole a tutela della minore.