Cala il sipario sulle Paralimpiadi e l’Italia esulta per un bilancio super. A Parigi 2024 atlete e atleti azzurri hanno superato i fasti di Tokyo 2020, con un bottino di medaglie senza precedenti: 71 in tutto, 24 d’oro (e sesto posto nel medagliere). A farla da padrone il nuoto con gli italiani in piscina terzi al mondo (37 medaglie, 16 ori).
Paralimpiadi, il bilancio è straordinario
La festa dell’inclusione si è conclusa con un successo inedito per numero di spettatori, che ha fatto il bis dell’euforia per i Giochi Olimpici: due milioni di presenze con stadi e arene piene non si erano mai visti. Lo spirito degli atleti e la lotta per le medaglie hanno di fatto cancellato quasi del tutto le differenze fra Olimpiadi e Paralimpiadi. E Luca Pancalli, il presidente del Cip, il Comitato paralimpico italiano, a Casa Italia, lo sottolinea con orgoglio. Parla di un bilancio “straordinario”, “oltre le aspettative”, ma mette l’accento sulla vittoria che più gli sta a cuore, quella che tutto il movimento paralimpico porta avanti per l’inclusione: «Nel mondo paralimpico, a livello internazionale, non esistono rivoluzioni o edizioni spartiacque – dice Pancalli – la nostra è una lunga maratona e non sappiamo quale sarà il traguardo. È un lungo processo di contaminazione del pubblico, nel quale ci sono Paesi che si fanno contagiare di più, altri meno. Ma Parigi è stata una rivoluzione per la presenza del pubblico, due milioni di biglietti venduti, palazzetti pieni di spettatori paganti, che sono il più grande segnale di normalità che manda il mondo paralimpico internazionale: non scuole, persone invitate o coinvolte, ma gente che ha pagato il biglietto per assistere a uno spettacolo sportivo».
Il caso Perini, “medaglia di normalità”
La “vera normalità” è rappresentata dal caso che ha coinvolto l’azzurro Perini, una polemica tecnica (bronzo nei 2000 m di canottaggio, ma squalificato per aver dimenticato in canoa il telefono, vietato come ogni strumento di comunicazione elettronico, ndr): «20 anni fa – osserva Pancalli – si sarebbe detto ‘povero ragazzo, ha avuto un sarcoma, gli hanno amputato la gamba’. E invece quella polemica è stata la più grande medaglia di normalità: si discuteva, ci si telefonava, arrivavano messaggi sui social con discussioni tecniche. È stato abbattuto il pregiudizio». «Non bisogna mai scordare – aggiunge – che viviamo in un contesto di vivere civile e nel nostro paese le difficoltà nella vita di tutti i giorni sono tantissime, sono le paralimpiadi quotidiane. È il senso di ‘Physique du role’, lo slogan di Casa Italia. Vorrei abitare in un Paese che desse a tutti la possibilità di vivere le stesse ambizioni, poter lavorare, fare qualsiasi cosa che le persone normali fanno. Noi siamo uno dei più importanti agenti trasformatori della società civile, noi siamo uno dei più grandi. Attraverso lo sport, stiamo aiutando il Paese a cambiare».
«L’Italia è la realtà più ‘impressive’ nel mondo paralimpico»
L’Italia ha stravinto la sua scommessa: «Il target era l’obiettivo di Tokyo, dove già facemmo molto bene – puntualizza Pancalli -, ma a Parigi siamo andati oltre. Con il piazzamento nella classifica del medagliere, che è quello che conta per capire come si muovono i comitati paralimpici, abbiamo confermato che quello che dicono gli altri di noi è vero: che siamo la realtà più ‘impressive’ nel mondo paralimpico. Io – continua il presidente del Cip – non faccio mai pronostici, ma qui non mi ha sorpreso nulla, anche se nell’analisi specifica qualcosa è mancato, qualcos’altro è arrivato. È mancato il bronzo di Giacomo Perini, per me quella è una medaglia di bronzo. E purtroppo quello che è successo ad Ambra Sabatini (caduta nel rush finale dei cento metri, ndr) l’emozione più amara di tutte le Paralimpiadi».
Paralimpiadi, l’Italia guarda già al futuro
«Con Parigi, abbiamo la sensazione di essere definitivamente entrati nella considerazione delle istituzioni – ha detto Pancalli -. Grazie a Mattarella, la sua presenza è stata una spinta importante, ieri la presidente Meloni ha dimostrato con sua presenza la vicinanza delle istituzioni, così come i ministri Abodi e Locatelli. Significa che le istituzioni c’erano, per noi è molto importante. Noi non abbiamo nemmeno un attimo per fermarci, oggi siamo strafelici ma già pensiamo a cosa dobbiamo fare per il futuro».