Dagli snack confezionati alle bevande gassate, dalle patatine fino ai piatti pronti: sui rischi per la salute correlati al consumo dei cosiddetti alimenti “ultra processati” si dice e si scrive molto. Malattie cardiovascolari, obesità, declino cognitivo, diabete di tipo B e alcuni tipi di cancro e l’elenco potrebbe continuare. Ora uno studio di Harvard collega questi cibi industriali – tipicamente contenenti conservanti, emulsionanti, dolcificanti e aromi artificiali – al presunto rischio di diventare più fragili con l’avanzare dell’età, soprattutto per le donne. Secondo una ricerca pubblicata sul British Medical Journal, gli alimenti ultra processati rappresentano, fra l’altro, quasi il 60% dell’apporto energetico della popolazione degli Stati Uniti.
Cosa si intende per fragilità negli anziani
La fragilità è una condizione geriatrica comune contraddistinta da una minor capacità di rispondere agli stress e agli infortuni, una ridotta forza muscolare, difficoltà a svolgere le attività quotidiane e a ritornare alla condizione antecedente un trauma.
Lo studio di Harvard sugli alimenti ultra processati
Il nuovo studio, condotto da Teresa Fung presso la Harvard TH Chan School of Public Health, ha seguito 63.743 donne non fragili di età pari o superiore a 60 anni per un periodo minimo di 26 anni. Ogni quattro anni, alle partecipanti sono state poste una serie di domande sul loro consumo di cibo e sul loro stile di vita. Durante il periodo di studio sono stati segnalati 15.186 casi di fragilità, che sembravano strettamente legati alla dieta delle partecipanti. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sull’American Journal of Clinical Nutrition.
“Rischio di fragilità più elevato con il consumo di questi cibi”
“Il cibo ultra processato era direttamente associato al rischio di fragilità”, scrivono i ricercatori. “Abbiamo riscontrato un rischio di fragilità più elevato con ogni porzione giornaliera di bevande artificiali e zuccherate; grassi, creme spalmabili e condimenti; yogurt e dessert a base di latte; e altri alimenti ultra processati.” È importante sottolineare che l’assunzione di cibo ultra processato era associata alla fragilità indipendentemente dalla qualità della dieta.
“La nostra ricerca evidenzia l’impatto significativo della dieta sul rischio di fragilità nelle donne anziane”, ha affermato Fung in una nota. “Abbiamo scoperto che un maggiore apporto di alimenti ultra trasformati è fortemente associato a una maggiore fragilità, anche se si tiene conto della qualità complessiva della dieta. Ciò suggerisce che non è solo ciò che mangiamo, ma il livello di trasformazione degli alimenti che può svolgere un ruolo cruciale nell’invecchiamento”.