Sempre meno matrimoni e calo delle nascite, la Cina è a rischio crisi demografica, complici le difficoltà economica che colpiscono i giovani, l’ elevata disoccupazione e l’aumento del costo della vita. Le autorità hanno adottato misure per cercare di invertire la tendenza, in primios allentando la politica radicale che per decenni ha controllato il numero di figli. Ma risultati evidenti ancora non si vedono. Il rischio è che l’invecchiamento della popolazione e la mancanza di forza lavoro abbiano un grave impatto economico.
Matrimoni e nascite in caduta libera
L’anno scorso la Cina ha registrato il numero più basso di matrimoni da quando sono diventati disponibili i registri pubblici. Si registra un calo quasi decennale dei matrimoni che si accompagna a un calo dei tassi di natalità. C’è un legame diretto tra il minor numero di matrimoni e il calo delle nascite nel Paese, dove le norme sociali e le normative governative rendono difficile per le coppie non sposate avere figli.
Cina, 10,5% di matrimoni in meno in un anno
Circa 6,83 milioni di coppie si sono sposate nel 2022, secondo i dati diffusi dal Ministero degli affari civili cinese: un dato che attesta un calo di circa il 10,5% rispetto ai 7,63 milioni di matrimoni celebrati nel 2021. Si tratta di un minimo storico dal 1986, quando il ministero ha iniziato a pubblicare statistiche. È vero che nel 2022 i controlli del governo sul Covid-19 hanno posto un freno agli eventi pubblici, fra cui i matrimoni, ma è un fatto che a partire dal 2013 (con il picco di 13 milioni di coppie sposate) si sia registrato un calo costante delle celebrazioni.
Crescita demografica: l’India ha superato la Cina
La popolazione cinese è diminuita nel 2022 per la prima volta in oltre 60 anni, con appena 6,77 nascite ogni 1.000 persone, il livello più basso dalla fondazione della Cina comunista nel 1949. Con i suoi i 1.425,7 milioni di abitanti. la Cina è stata superata quest’anno dell’India che ha raggiunto quota i 1.428,6 milioni. Secondo la proiezione l’India conterà su 2,9 milioni di persone in più che la Cina. Secondo le stime delle Nazioni Unite, l’India supererà 1,5 miliardi di persone entro il 2030 e continuerà a crescere fino al 2064, quando raggiungerà il picco di 1,7 miliardi.
“Siamo l’ultima generazione”
La severa politica anti Covid messa in atto dal partito comunista cinese ha ingabbiato la popolazione e contribuito a frustrare i giovani. Lo slogan “Siamo l’ultima generazione”, emblematico del rifiuto di avere figli in uno Stato così rigidamente controllante, è diventato virale durante le proteste di Shanghai, dove alcuni residenti sono stati confinati per più di due mesi sulla base delle misure zero-Covid.
Il ruolo delle donne
Anche la crescita delle opportunità di carriera per le donne ha contribuito ad alzare l’età media del matrimonio (l’età media degli sposi è stata di 28,67 anni nel 2020, rispetto ai 24,89 anni di un decennio prima), incidendo anche sulla natalità. D’altra parte le donne più giovani, in particolare sembrano sempre più disilluse dal matrimonio come istituzione che contribuisce a perpetrare la diseguaglianza di genere.
Problemi simili in Giappone e Corea del Sud
La Cina non è l’unico paese ad affrontare il problema del calo dei tassi di natalità e della contrazione della popolazione. Negli ultimi anni, anche il Giappone e la Corea del Sud hanno introdotto misure per incoraggiare le nascite – come incentivi finanziari, buoni in denaro, sussidi per l’alloggio e più assistenza all’infanzia – con scarso successo.