Da decenni si critica la scuola perché è troppo competitiva, non promuove la solidarietà fra gli studenti e anzi li spinge a fare a gara a chi prende il voto più alto. Difficile identificare un’unica causa a questo fenomeno: inerzia dei governi incapaci di riforme efficaci, professori impreparati e poco empatici, genitori assillanti, studenti che si sentono ripetere la solita domanda “quanto hai preso” e che, più che apprendere, cercano di soddisfare le aspettative dei genitori ed emergere sugli altri: tutto questo produce nei ragazzi disagio e stress. E’ quanto conferma un recente sondaggio che ha coinvolto 25.500 fra studenti, studentesse e docenti.
Un sondaggio sul disagio provato dagli studenti
Il forte disagio degli studenti è sottolineato dal sondaggio “Scuola e benessere: oltre l’ipercompetizione e l’omologazione” condotto martedì 20 febbraio da Unicef e Unisona Live durante un evento in streaming patrocinato dal Comune di Milano e dal ministero dell’Istruzione e del Merito dedicato alle scuole secondarie di secondo grado e dell’ultimo anno delle secondarie di primo grado.
Scuola fra ansia, desiderio di fuga, sconforto e rabbia
Vi hanno preso parte oltre 25.500 studenti, studentesse e docenti – provenienti da più di 230 istituti – collegati online in diretta, che hanno condiviso uno spazio di riflessione e dibattito sul tema cruciale del benessere psicosociale degli adolescenti nell’ambiente scolastico: ansia, desiderio di fuga, sconforto e rabbia sono le emozioni più diffuse.
Sotto accusa l’ipercompetizione a scuola
Il sondaggio rivela come il 75% degli studenti abbia “sempre” o “spesso” episodi di stress causati dalla scuola. Il 44% degli studenti, secondo quanto emerge, si sente inadeguato e insicuro a causa dell’ipercompetizione a scuola che rende più difficile imparare al 17% dei partecipanti. La metà dei ragazze e ragazzi vivrebbe la scuola con meno stress se ci fosse meno carico di studio a casa, e c’è chi chiede più attività extracurricolari e spazi di aggregazione.
L’importanza del confronto e della solidarietà fra gli studenti
Alla luce di questo disagio palpabile dei ragazzi, appaiono evidenti le carenze del nostro sistema scolastico ancora legato al nozionismo e che incentiva la competizione fra i compagni mettendo al centro il sistema del voto. Come da tempo si sostiene da più parti, la valutazione di uno studente è utile non tanto per stilare la classifica dei “più bravi”, ma per dare a ciascun ragazzo una mappa dei propri progressi. Se la logica dell'”interrogazione a tappeto” ha fatto il suo tempo, la gestione delle classi come laboratori solidali di confronto e non di gara potrebbe essere una visione rinnovata, un’opportunità per i ragazzi di confrontarsi fra loro e con i professori per apprendere, maturare e soprattutto crescere come persone.