La popolazione giapponese è in calo da 15 anni consecutivi, con le nascite che hanno raggiunto il minimo storico di 730 mila unità l’anno scorso, mentre i decessi hanno toccato il record di 1,58 milioni. Nel contempo il crollo del numero di matrimoni sta trascinando inesorabilmente verso il basso il tasso di fertilità del Giappone. Il Ministero degli Esteri ha avvertito che la nazione avrà tempo fino al 2030 circa prima che questa tendenza diventi irreversibile.

Situazione attuale e prospettive future

Il tasso di fertilità, ovvero il numero di nascite previste per ogni donna nell’arco della sua vita, è sceso a 1,20 lo scorso anno, in calo rispetto a 1,26 nel 2022 e ben al di sotto del livello di 2,1 ritenuto necessario per la sopravvivenza di una popolazione. Di questo passo si prevede che entro il 2070 gli anziani di età pari o superiore a 65 anni rappresenteranno il 40% della popolazione (rispetto al 30% attuale) e il numero di abitanti crollerà dagli attuali 125 milioni a 87 milioni.

L’orologio della fertilità in Giappone

Ma un altro oscuro presagio si abbatte sulla popolazione giapponese. Ed è quello del “Children’s Population Clock“, progettato dal professor Hiroshi Yoshida dell’Università di Tohoku, che mostra in tempo reale il declino demografico del Paese. Secondo le proiezioni attuali, il Giappone potrebbe avere solo un bambino sotto i 14 anni entro il 5 gennaio 2720. Questo strumento evidenzia la rapida diminuzione della popolazione infantile, utilizzando dati ufficiali per calcolare la riduzione annuale.

Yoshida ha dichiarato allo Yomiuri Shimbun: «Finché il calo del numero di nascite non si fermerà, le lancette dell’orologio non torneranno mai indietro. Il Giappone potrebbe diventare il primo Paese a estinguersi a causa del calo del tasso di natalità. Dovremmo creare un ambiente in cui le donne e gli anziani possano lavorare e puntare a una società in cui tutte le persone possano svolgere un ruolo attivo».

Anziani al parco in Giappone

L’intervento del primo ministro

Sul tema è intervenuto il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba che a ottobre, in un discorso al parlamento, ha affermato: «Se l’attuale generazione di famiglie con bambini piccoli non è felice, non ci sarà modo di superare il calo del tasso di natalità. Ci impegniamo a implementare costantemente la strategia per il futuro dei bambini e a promuovere vigorosamente le riforme nelle pratiche lavorative, tra cui un migliore utilizzo di accordi di lavoro part-time, l’introduzione di sistemi per intervalli di lavoro per garantire ore adeguate dedicate alla vita quotidiana e al sonno e un cambiamento generale nella mentalità in tutta la società».

Politiche a favore della natalità in Giappone

Le autorità giapponesi stanno proponendo varie misure per affrontare il problema, tra cui l’introduzione della settimana lavorativa di quattro giorni per i dipendenti pubblici a partire da aprile 2025.

Per anni, le autorità giapponesi hanno investito molto in politiche a favore della natalità, impegnandosi da ultimo a stanziare 3,6 trilioni di yen (25 miliardi di dollari) nel prossimo triennio per misure quali l’estensione degli assegni familiari e dell’assistenza all’infanzia e l’aumento del sostegno all’istruzione.

Il Paese ha anche allentato alcune delle sue rigide politiche sull’immigrazione per aiutare a compensare la riduzione del bacino di manodopera in una serie di settori chiave, come l’assistenza agli anziani e la produzione, consentendo a più lavoratori stranieri di rimanere più a lungo e portare le loro famiglie. L’obiettivo è triplicare la forza lavoro straniera entro il 2040.