Il Tar del Lazio ieri aveva accolto il ricorso di centinaia di strutture sanitarie e laboratori di analisi privati accreditati contro il nuovo decreto tariffe che mirava a ridurre i rimborsi alla sanità privata. Il decreto tariffe è il documento con cui il Ministero della Salute indica la cifra da rimborsare a medici e operatori sanitari che effettuano visite specialistiche ambulatoriali, test diagnostici, o impiantano protesi. Centinaia di strutture ne avevano chiesto lo stop perché i rimborsi erano giudicati insufficienti. Naturalmente slittava ulteriormente anche l’entrata in vigore dei LEA che si attende dal 2017. Il Tar ieri aveva accolto il ricorso, sospendendo il decreto tariffe e lasciando così l’intero sistema sanitario italiano nell’incertezza su quali cifre applicare per i rimborsi. In molti casi prenotare visite ed esami era stato impossibile.

Il Tar fa marcia indietro

Oggi, invece, la marcia indietro. «Preso atto della dichiarata gravità delle conseguenze della sospensione del decreto che determinerebbero il blocco del sistema di prenotazione ed erogazione» dei servizi «con un impatto sulla salute dei pazienti», il Tar ha deciso di revocare il decreto di ieri, che era stato emanato con una procedura d’urgenza. Il tribunale amministrativo esaminerà comunque la questione nella prossima seduta plenaria, prevista il 28 gennaio.

La vicenda

Il Tar del Lazio aveva sospeso il decreto con il quale il ministero della Salute ha fissato le tariffe aggiornate per le nuove cure e prestazioni garantite ai cittadini dal Servizio sanitario nazionale, gratuitamente o con il pagamento di un ticket (ovvero i nuovi Livelli essenziali di assistenza che attendono di partire dal 2017). Il decreto era stato emanato lo scorso novembre e sarebbe dovuto entrare in vigore il 30 dicembre.

Il Tar accoglie il ricorso di strutture e laboratori accreditati

La sospensione del Tariffario delle prestazioni di Specialistica ambulatoriale e protesica – rispettivamente ferme al 1996 e al 1999 – è avvenuta tramite un decreto cautelare del Tar del Lazio, che aveva accolto il ricorso proposto da centinaia di strutture e laboratori accreditati, insieme alle maggiori associazioni di categoria. Con il maxiricorso, si apprende, si mira ad evidenziare la mancata considerazione dell’andamento dei costi produttivi aggiornati e le criticità giuridiche e metodologiche del decreto.

Secondo gli avvocati patrocinatori dei ricorrenti, Giuseppe Barone e Antonella Blasi, il decreto viola «i principi costituzionali di efficienza e buon andamento della pubblica amministrazione. Le tariffe – spiegano – non tengono conto dell’incremento dei costi e delle difficoltà operative causate dalla pandemia e dalla crisi economica. L’istruttoria che ha condotto all’approvazione delle tariffe è risultata inoltre incompleta e lacunosa. Non è stata garantita una rappresentazione adeguata dei costi reali e delle esigenze delle strutture sanitarie accreditate».

Sospese le nuove tariffe fino al 28 gennaio

Il giudice amministrativo, considerato «che il decreto in questione è stato adottato il 26 novembre 2024 ed è stato pubblicato sulla Gazzetta il 27 dicembre, con entrata in vigore il 30 dicembre, e che il nuovo decreto tariffe è stato adottato dopo oltre 20 anni dai precedenti nomenclatori, delineando così l’insussistenza dell’urgenza», ha inoltre ritenuto che «devono ritenersi presenti i profili dedotti in punto di danno». Da ciò l’accoglimento della richiesta di sospensione cautelare urgente del provvedimento ministeriale, con la fissazione di una udienza il 28 gennaio per la trattazione collegiale del ricorso.

Cure garantite ai cittadini, il Tar sospende il decreto sulle tariffe

Si allungano i tempi per le nuove prestazioni

Uno stop a sorpresa che rischiava, dunque, di allungare ulteriormente i tempi per poter accedere alle nuove prestazioni. Dalla Pma alla consulenza genica, l’adroterapia, l’enteroscopia con microcamera ingeribile e la radioterapia stereotassica, sono tante le nuove prestazioni previste. E poi ancora apparecchi acustici a tecnologia digitale, attrezzature domotiche e sensori di comando, arti artificiali a tecnologia avanzata e sistemi di riconoscimento vocale e di puntamento con lo sguardo.

Cosa prevede il nuovo nomenclatore tariffario

L’aggiornamento ha riguardato in totale oltre 3mila prestazioni di specialistica ambulatoriale e di assistenza protesica e l’impatto complessivo risulta pari a 502,3 milioni di euro per la specialistica ambulatoriale e a 47,6 milioni per la protesica.

Molto attese anche le novità per la Procreazione medicalmente assistita (Pma), rispetto alla quale vengono adottate le tariffe applicate dalla Regione Emilia-Romagna che comprendono la remunerazione di tutti i cicli del percorso delle coppie assistite, tenendo anche in considerazione l’inclusione del reperimento dei gameti e il relativo monitoraggio. Prevista anche la diagnosi e monitoraggio della celiachia e gli screening neonatali per alcune patologie. Il nuovo nomenclatore tariffario, inoltre, amplia l’elenco delle protesi per arti superiori e inferiori, fornendo una copertura completa per numerosi dispositivi prima non inclusi.

Con la pronuncia del Tar, si profilava un quadro di incertezza: per i cittadini ma anche per le Regioni, chiamate ad adeguare i loro sistemi informatici includendo le nuove prestazioni e tariffe.