La parità di genere in Italia è ancora ben lontana dall’essere attuata. Ogni anno, l’8 marzo, in occasione della Giornata Internazionale della donna, ci ritroviamo a riflettere su quanto è stato fatto in passato e quanto ancora resta da fare.

Secondo il report FragilItalia, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos, nel nostro Paese il gap tra i diritti degli uomini e quelli delle donne è ancora ben lontano dall’essere raggiunto. Non a caso, cinque italiani su dieci ritengono che l’attuale livello di parità di genere sia insufficiente.

Un dato che diventa ancora più grave se si guarda la valutazione espressa dalla componente femminile della popolazione: in questo caso emerge che il 63% delle donne, cioè più di 6 donne su 10, ritiene insufficiente quanto fatto finora. Ma che cosa è fato davvero fatto? Come è cambiata la condizione femminile in Italia nel corso del tempo? Ecco le leggi più importanti che hanno segnato in positivo la vita delle donne italiane.

Il diritto allo studio

Nel 1874 è stato riconosciuto alle donne il diritto di iscriversi al ginnasio, al liceo e alle scuole superiori. Quindi, anche all’università e alle Accademie. Fino a quel momento potevano iscriversi solo gli uomini.

Lo stop al diritto maritale

Fino al 1919 le donne non potevano disporre dei propri guadagni e beni personali. In quell’anno è stato abrogato il “diritto maritale” ed è stata data la possibilità anche al genere femminile di disporre dei propri guadagni, dei beni personali e intraprendere un’attività commerciale senza l’esplicito consenso del marito. Inoltre, è stata concessa la possibilità di intraprendere carriere che davano accesso a poteri pubblici giurisdizionali o “l’esercizio di diritti e di potestà politiche, o che attengono alla difesa militare dello Stato”.

Leggi sulle donne: il diritto di voto

L’1 febbraio 1945 è stato riconosciuto alle donne maggiorenni, cioè quelle che avesso compiuto almeno 21 anni di età, il diritto di voto. Il 2 giugno dello stesso anno questo diritto è stato esercitato per la prima volta durante il referendum che ha abrogato in Italia la monarchia. Per avere il diritto di essere elette, le donne hanno dovuto invece aspettare il 1946.

Il divieto di discriminazione tra i sessi

Nel 1948 è stata promulgata la Costituzione italiana. All’interno esiste il divieto esplicito di qualsiasi discriminazione tra i sessi. Sancita anche la totale parità giuridica di uomini e donne sul lavoro e dei coniugi rispetto ai figli.

Il divieto di licenziamento per le donne dopo il matrimonio

Fino al 1950 le donne che si sposavano e restavano incinte potevano essere licenziate in qualsiasi momento. La legge 26 del 10 agosto 1950 ha istituito la tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri. Le norme prevedono il divieto di licenziamento dall’inizio della gestazione fino al compimento del primo anno di età del bambino. Il divieto di adibire le donne incinte a lavori pericolosi, faticosi o insalubri. Inoltre, è stato proibito il lavoro nei due mesi precedenti il parto e nelle otto settimane successive. Garantiti anche l’assistenza medica al parto e periodi di riposo per l’allattamento.

Leggi sulle donne: l’accesso alle cariche pubbliche

La legge n. 66 del 1963 ha aperto alle donne l’accesso a tutte le cariche, professioni e impieghi pubblici, compresa la magistratura, senza limitazioni riguardo alle mansioni e alla carriera.

Stop al reato di adulterio

Fino al 1968 le mogli che tradivano il marito, e i loro amanti, potevano essere punite con la reclusione fino a un anno. Non era, invece, prevista alcuna pena per il marito adultero. Quell’anno una legge ha eliminato il reato di adulterio femminile.

Leggi sulle donne: il divorzio

L’1 dicembre del 1970 è stata approvata la legge 888, poi confermata dal referendum del 12 maggio 1974, che ha introdotto l’istituto del divorzio dopo 5 anni di separazione e una volta confermata l’impossibilità di mantenere la “comunione materiale e spirituale dei coniugi”.

La riforma del diritto di famiglia

Nel 1975 è stata approvata la riforma del diritto di famiglia. Le norme hanno cambiato la struttura interna della famiglia, riconoscendo alla donna una condizione di completa parità con l’uomo in famiglia e davanti alla legge. Rafforzata anche la tutela giuridica dei figli, anche quelli illegittimi.

Leggi sulle donne: il diritto all’aborto

Il 22 maggio del 1978 la legge 194, poi confermata dal referendum del 1981, ha cancellato il reato di aborto, legalizzando e regolamentando l’interruzione volontaria di gravidanza.

Addio al delitto d’onore

La legge 442 del 1981 ha abrogato il “matrimonio riparatore” e il “delitto d’onore”. È stata cancellata l’estinzione della pena nel caso in cui a una violenza sessuale seguano “nozze riparatrici” e la riduzione della pena prevista per l’uomo che, in “stato di ira”, uccideva moglie, figlia o sorella in caso di “illegittima relazione carnale”.

Legge contro lo stalking

Nel 2009 è stata approvata la legge di contrasto alla violenza sessuale e al reato di stalking. Quest’ultimo è indicato dalle norme come il complesso di atteggiamenti e comportamenti che si manifestano in persecuzioni e provocano uno stato d’ansia e paura, compromettendo il normale svolgimento della vita quotidiana della vittima.

Legge contro la violenza di genere

Nel 2013 è stata approvata la legge n. 119 con disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere e del femminicidio.

Leggi sulle donne: il Codice Rosso

La legge n. 69 del 2019, nota come “Codice Rosso:”, ha rafforzato la tutela di tutti coloro che subiscono violenze, atti persecutori e maltrattamenti. In particolare, è stata rafforzata la tutela delle vittime di violenza domestica e di genere.