Quante volte vi è capitato di rimanere incantate di fronte a una foto del David di Michelangelo? La famosa statua è stata realizzata da Buonarroti tra il 1501 e il 1504 ed è conservata nella Galleria dell’Accademia a Firenze. È considerata un capolavoro della scultura mondiale. Da oggi godrà anche di un “diritto all’immagine”. Il tribunale di Firenze ha, infatti, stabilito che non si potrà più utilizzare l’immagine del David su tazze, libri, souvenir e pubblicità senza pagare i diritti.
Il David di Michelangelo con la faccia di un modello? Mai più
Per i giudici di Firenze esiste un diritto all’immagine dei beni culturali. Il tribunale ha condannato una casa editrice che nel 2020 aveva pubblicato sulla copertina di una propria rivista l’immagine del David modificata con il meccanismo della cartotecnica lenticolare. Senza avere la concessione per l’uso e senza pagare i diritti, avevano sovrapposto la foto della statua a quella di un modello. In pratica, la copertina mostrava il David di Michelangelo con la faccia di un modello. Il tutto in chiave apertamente pubblicitaria. Da qui la causa legale promossa dalla Galleria dell’Accademia di Firenze, il museo che custodisce la celebre opera.
Così si tutela il valore di un’opera
Una sentenza storica. Il giudice del tribunale di Firenze, Massimo Donnarumma, ha ritenuto che la società editoriale «ha insidiosamente e maliziosamente accostato l’immagine del David a quella di un modello, così svilendo, offuscando, mortificando, umiliando l’alto valore simbolico e identitario dell’opera d’arte e asservendo la stessa a finalità pubblicitarie e di promozione editoriale”.
Il David di Michelangelo è parte della nostra identità
Il Tribunale di Firenze ha accolto le tesi sostenute dall’Avvocatura dello Stato di Firenze, secondo cui «l’immagine dei beni culturali è espressione dell’identità culturale della nazione e della sua memoria storica da tutelare ai sensi dell’art.9 della Costituzione». Per i giudici, inoltre, l’articolo 2 della Costituzione garantisce «il diritto alla identità personale, inteso come diritto a non veder alterato e travisato il proprio patrimonio intellettuale, politico, sociale, religioso, ideologico e professionale. Così occorre tutelare, ai sensi dell’art.9 della Costituzione, il diritto all’identità collettiva dei cittadini che si riconoscono come appartenenti alla medesima nazione anche in virtù del patrimonio artistico e culturale, che è parte della memoria della comunità nazionale».
Una condanna da 50mila euro
La casa editrice è stata condannata a pagare 50mila euro di danni: 20mila euro per il danno patrimoniale e 30mila per quello non patrimoniale. Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia, ha dichiarato all’Ansa: «Un altro grande traguardo. Ormai è stato affermato un principio che esula dal singolo caso».
David di Michelangelo: il precedente del 2017
Già nel 2017 il tribunale di Firenze, con un’ordinanza cautelare, aveva inibito l’uso illecito dell’immagine del David a fini commerciali.
Anche il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha apprezzato la sentenza. All’Ansa ha detto: «In generale si deve affermare che l’utilizzo a fini commerciali per i beni culturali va pagato mentre deve essere gratuito per le immagini a fini didattici e di studio. Conforta che i giudici la pensino come il Ministero della cultura».