La Corte d’assise di Milano ha condannato Alessandro Impagnatiello all’ergastolo con tre mesi di isolamento diurno per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano. Il verdetto è stato letto in Aula dalla presidente Antonella Bertoja. Il 31enne ex barman ha assistito impassibile alla lettura dal verdetto accanto alle sue legali, Giulia Geradini e Samanta Barbaglia, a pochi metri dalla famiglia Tramontano.

Impagnatiello, esclusa l’aggravante dei futili motivi

Impagnatiello è stato riconosciuto colpevole di tutte le accuse contestate dalle pm Alessia Menegazzo e Letizia Mannella esclusa l’aggravante dei futili motivi: omicidio volontario con tre aggravanti (aver ucciso la convivente, con premeditazione e per aver agito con crudeltà) interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere con l’aggravante di averlo commesso per coprire l’omicidio. Il verdetto arriva al termine di un processo iniziato a gennaio 2024 e durato 13 udienze. Il termine per il deposito delle motivazioni è stato fissato in 90 giorni.

Alessandro Impagnatiello in Aula a Milano

Tre mesi di isolamento per Impagnatiello

La Corte d’assise di Milano ha inoltre condannato Alessandro Impagnatiello a risarcire con 700mila euro di provvisionale la famiglia di Giulia Tramontano oltre a un risarcimento da stabilirsi in sede civile: 200mila euro a testa per madre e padre della 29enne uccisa a Senago il 27 maggio 2023 e 150mila euro a testa per la sorella e il fratello. L’ex barman è stato dichiarato interdetto dai pubblici uffici ed è decaduto dalla potestà genitoriale nei confronti di un figlio avuto da una precedente relazione.

La madre di Giulia: «Non esiste vendetta, abbiamo perso la vita»

Al termine della lettura della sentenza, dall’aula della Corte d’Assise di Milano si è levato un timido applauso, mentre la madre di Giulia Tramontano, Loredana Feniano è scoppiata in un pianto disperato: «Non abbiamo mai parlato di vendetta, non esiste vendetta – ha commentato la donna -. Abbiamo perso una figlia, un nipote, abbiamo perso la nostra vita. Io non sono più una mamma, mio marito non è più un papà, i nostri figli saranno segnati a vita da questo dolore». «Quello che abbiamo perso non lo riavremo mai. Oggi non abbiamo vinto, abbiamo perso in tutto», ha invece detto Franco Tramontano, padre di Giulia.

Chiara Tramontano in Aula a Milano

Chiara Tramontano: «Era la preda per il leone»

«Questo caos che lei ha creato è l’opposto di quello che avrebbe voluto. Lei entrava in punta di piedi nella vita delle persone. Lei era rara: anche nel momento in cui il suo cuore era distrutto ha pensato a un’altra donna che poteva aver vissuto la stessa situazione». Sono le parole di Chiara Tramontano, sorella di Giulia, dopo la sentenza di condanna all’ergastolo per Impagnatiello. «Era presente, ma mai rumorosa. Era silenziosa. Quando sei così sensibile in questo mondo violento, sei la preda per il leone. Giulia è tutto questo, un’anima gentile».

Legale dei Tramontano: «L’ergastolo unica sanzione possibile»

«Abbiamo sempre ritenuto l’ergastolo l’unica sanzione possibile» ha commentato l’avvocato Giovanni Cacciapuoti, legale di parte civile dei familiari di Giulia Tramontano, spiegando ai cronisti che la madre di Giulia è scoppiata «in un pianto liberatorio» dopo il verdetto, «perché aldilà del dolore immenso che prova, ricevere formalmente il riconoscimento del massimo della responsabilità, secondo quella che è la giustizia degli uomini, per lei e gli altri familiari è una consolazione relativa, perché evita almeno una beffa». Beffa «che noi – ha aggiunto l’avvocato – non abbiamo mai preso in considerazione, perché sia le indagini che il processo deponevano in maniera univoca verso la condanna all’ergastolo».