Ancora scontri e arresti in Francia dopo l’uccisione a Nanterre, nella banlieue di Parigi, del 17enne Nahel da parte di un agente di polizia per il mancato rispetto di un posto di blocco. Fra i tanti appelli a fermare le violenze, quello della nonna del ragazzo, la signora Nadia: “Alle persone che stanno rompendo le cose, dico di fermarsi. Non distruggete scuole o autobus. I violenti non usino mio nipote come pretesto”. Nahel, il cui nome completo non è stato reso noto, è stato sepolto sabato nel cimitero di Mont-Valérien a Nanterre.

L’appello della nonna di Nahel

Dopo cinque notti di disordini, domenica la nonna dell’adolescente ha chiesto ai rivoltosi di fermarsi. “Non rompete finestre, autobus, scuole”, ha dichiarato la signora Nadia in un’intervista telefonica all’emittente francese BFM TV. Mentre la Francia affronta il peggior sconvolgimento sociale degli ultimi anni, la donna ha detto di essere arrabbiata con l’ufficiale che ha ucciso suo nipote ma non con la polizia in generale e ha espresso fiducia nel sistema giudiziario: “Fortunatamente i poliziotti bravi ci sono, – ha detto – io ho fiducia nella giustizia”. “Voglio che tutto questo finisca ovunque – ha aggiunto la signora Nadia commossa -. Sono stanca, mia figlia non ha più una vita”.

Le donne chiedono di fermare le violenze

In diverse città della Francia, da Poitiers a Blois, sono state in particolare le donne a scendere in piazza per chiedere ai manifestanti di interrompere le violenze. Ad Aulnay-sous-Bois, le madri hanno girato per i quartieri per convincere i manifestanti a fermare gli scontri. Come riporta “Repubblica”, a Neuilly-sur-Marne, periferia a 13 km a est di Parigi, decine di madri soprattutto musulmane sono scese in strada per cercare di stamperare la tensione: “Abbiamo deciso di mobilitarci e parlare con i rivoltosi, con i nostri figli, discutere con loro per trovare una soluzione”, dicono in un video su Instagram diventato virale.

Colletta per l’agente che ha sparato a Nahel: superati 730mila euro

Ha raccolto più di 738.718 euro una pagina creata sulla piattaforma GoFundMe per l’agente di polizia che martedì ha sparato uccidendo il 17enne. Lo ha riferito la Bbc. La pagina è stata creata da Jean Messiha, un ex politico che ha sostenuto Eric Zemmour, candidato di estrema destra alle ultime presidenziali francesi. La pagina sostiene che l’agente “ha fatto il suo lavoro e ora sta pagando un prezzo elevato”. Parlando a Bfmtv, la nonna di Nahel, Nadia, ha dichiarato che il suo “cuore soffre” per le donazioni a favore dell’agente.

La tensione sta calando

Dopo le violenze dei giorni scorsi, anche grazie agli appelli che si sono susseguiti sembra che in Francia la tensione stia calando. Le forze dell’ordine hanno effettuato la notte scorsa 157 arresti in tutto il Paese. Per far fronte alle violenze sono stati dispiegati 45mila tra poliziotti e gendarmi. Il ministro dell’Interno Gerald Darmanin ha riferito su Twitter che un vigile del fuoco di 24 anni è morto a Saint-Denis mentre combatteva gli incendi di alcuni veicoli. Tre feriti i feriti tra le forze dell’ordine nelle ultime ore.

L’intervento di Macron sul caso Nahel

Il presidente Macron ha convocato all’Eliseo una nuova unità di crisi. Al termine, l’Eliseo ha annunciato che riceverà i presidenti del Senato e dell’Assemblea nella giornata di lunedì e “più di 220 sindaci dei comuni vittime di soprusi”, martedì. Il Capo dello Stato ha chiesto al suo governo di “fare di tutto per ristabilire l’ordine e garantire un ritorno alla calma” e intende iniziare “un lavoro approfondito e di più lungo termine per comprendere a fondo le ragioni che hanno portato a questi eventi”.

L’attentato al sindaco

I ministri francesi e la premier Elisabeth Borne hanno ripetuto messaggi di fermezza. In particolare a L’Haÿ-les-Roses, dove la casa del sindaco repubblicano della città, Vincent Jeanbrun, è stata oggetto di un attentato durante il quale la moglie e un figlio sono rimasti feriti. In seguito all’episodio, l’Associazione dei sindaci di Francia ha indetto dei raduni dinanzi a tutti i municipi in segno di protesta contro le aggressioni subite da molti rappresentanti eletti.

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