Se è vero che il dolore è una sensazione universale, è anche vero che la sua percezione si manifesta diversamente da persona a persona e, in particolare, da uomo a donna. Studi condotti negli ultimi decenni dimostrano che il gentil sesso avverte il dolore in misura maggiore rispetto agli uomini.
Una questione biologica, si ipotizza, dovuta a diversi livelli ormonali. Il testosterone, presente in quantità maggiori negli uomini, inibisce infatti il dolore determinando il modo in cui viene riconosciuto dall’organismo. «La sua elaborazione biologica, indipendentemente dall’intensità, dipende radicalmente dal sesso», ha spiegato a The Hill Jeffrey Mogil, professore di psicologia alla McGill University. «In entrambi i sessi vengono utilizzati geni diversi, proteine diverse, tipi di cellule diversi, una biologia completamente diversa».
Questione di cellule nervose
I ricercatori dell’Università dell’Arizona hanno individuato differenze funzionali tra i sessi nelle cellule nervose che producono il dolore, chiamate nocicettori. Questi si attivano quando una persona si ferisce, innescando una reazione che la spinge ad allontanarsi dalla fonte del pericolo, come quando ci si scotta poggiando la mano su una fonte di calore.
Lo studio «non ha dimostrato se il dolore è più intenso negli uomini o nelle donne, ma piuttosto che i nocicettori negli uomini e nelle donne sono diversi», ha dichiarato a DailyMail il dottor Frank Porreca, direttore della ricerca del Comprehensive Center for Pain & Addiction e autore principale della ricerca.
Ansia e percezione del dolore: quale legame?
Secondo altre ricerche la risposta al dolore potrebbe non essere solo biologica. Uno studio del 2001 ha rivelato che stress, depressione e ansia sono tutti fattori che contribuiscono al peggioramento del dolore, mentre un trauma subito durante l’infanzia può aumentare il rischio di sviluppare dolore cronico in età avanzata .
Si è scoperto che tutti e quattro i problemi sono più frequenti nelle donne che negli uomini, il che dimostra ulteriormente che la soglia di tolleranza del dolore delle donne è più bassa rispetto a quella degli uomini. «Non puoi guardare solo all’aspetto biologico e fisiologico – ha detto a The Hill la dottoressa Diane Hoffmann dell’Università del Maryland -, ma anche all’impatto psicologico, sociale e culturale e come essi influenzino l’esperienza del dolore di una persona».
Cure mirate per uomini e donne
Gli studi potrebbero aiutare i ricercatori a sviluppare farmaci specificamente pensati per curare separatamente donne e uomini. «La ricerca offre l’opportunità di trattare il dolore in modo specifico e potenzialmente migliore negli uomini o nelle donne, ed è ciò che stiamo cercando di fare», ha affermato il dottor Porreca.
L’attuale approvazione da parte della Food and Drug Administration statunitense degli antagonisti del recettore dell’orexina, usati per il trattamento dei disturbi del sonno, faciliterebbe la prevenzione della sensibilizzazione dei nocicettori. «Stiamo applicando il concetto di medicina di precisione: stiamo cioè tenendo conto della genetica del paziente per progettare una terapia al trattamento del dolore», ha concluso Porreca.