Che due bambini di 6 e 4 anni possano vivere in una condizione disumana è straziante e inaccettabile: succede a Roma, a due fratellini che a lungo sono stati maltrattati dai propri genitori. La terribile scoperta ha portato a un lieto fine.
Fratellini maltrattati dai genitori: la storia arriva da Roma
Hanno vissuto per anni in mezzo alla violenza, al degrado e all’abbandono, in mezzo a una famiglia incapace di donargli amore. È la storia straziante di due fratelli di Roma, trovati dagli agenti di polizia e poi accolti e accuditi dal Policlinico Umberto I. I medici li hanno chiamati Pietro e Paolo, due nomi di fantasia, e sui social raccontano quanto hanno vissuto.
Allo sconcerto e alla rabbia per la notizia delle due sorelline abusate per anni dal nonno e dallo zio, con la complicità dei genitori, si aggiunge il dolore per quanto subito da due fratellini di soli 6 e 4 anni, vittime innocenti di una famiglia incapace di donare affetto incondizionato e prendersi cura di loro. Alla polizia che li ha trovati hanno detto: «No, non vogliamo tornare dalla mamma: abbiamo fame, vogliamo un gelato».
«Due bimbi di appena 4 e 6 anni sono stati portati dalla polizia al nostro pronto soccorso il 10 maggio alle 16.47. I due fratellini, per i quali useremo i nomi di fantasia Pietro e Paolo, sono stati ritrovati dai poliziotti soli e abbandonati in una zona fuori dal Raccordo anulare. Presentavano segni di denutrizione, sporcizia, ematomi e cicatrici. Erano in un totale stato di abbandono», raccontano i medici dell’ospedale romano.
Molte le difficoltà che hanno incontrato in così pochi anni di vita: «La malnutrizione da loro subita era talmente grave che alcuni esami lasciavano pensare, a causa dei residui nello stomaco, che avessero mangiato terra», fanno sapere gli esperti. Al loro fianco nel cammino verso la rinascita un team di neuropsichiatri infantili, con il compito di approfondire l’aspetto neurologico. Fondamentale anche la presenza di nutrizionisti e dietisti, che hanno aggiornato una dieta su misura per le esigenze dei due fratellini.
Il lieto fine
Dopo tante difficoltà, è arrivato il sereno nella vita di Paolo e Pietro. Appena entrati in ospedale i medici li descrivevano schivi e diffidenti. Nessuno dei due incrociava lo sguardo degli adulti, ma fortunatamente le loro condizioni sono migliorate giorno dopo giorno. Ora stanno bene, non solo fisicamente: sorridono, ballano e si godono la vita con l’ingenuità e la semplicità che solo i più piccoli hanno. Passo dopo passo hanno acquisito fiducia nel personale sanitario che li ha accolti e curati, poi sono arrivati gli abbracci.
«Ogni giorno, Pietro e Paolo hanno mostrato segni di miglioramento. Se all’inizio evitavano di guardare negli occhi, con il tempo e grazie all’affetto ricevuto, la loro fiducia è cresciuta e si sono lasciati andare anche agli abbracci. I due hanno ricevuto un affetto sterminato, dimostrato ogni giorno da infermieri, medici e operatori del Policlinico Umberto I. Si sono prodigati – ben oltre il loro impegno lavorativo – per far tornare un barlume di serenità e speranza negli occhi dei due piccoli», si legge nel post condiviso sulla pagina Facebook dell’ospedale.
Il più piccolo dei due, Pietro, non sapeva camminare nonostante i suoi 4 anni. L’aiuto dei fisioterapisti è stato fondamentale e ora sfreccia sul suo monopattino. Attorno ai due fratellini si è mossa una catena di solidarietà incredibile. Ormai, sono figli di tutto l’ospedale e di quei medici che si sono presi cura di loro, affezionandosi così tanto, riempiendoli di regali e attenzioni. Le stesse che avrebbero meritato ma che finora non avevano mai ricevuto.
Le indagini
In seguito al ritrovamento dei due bambini e alla scoperta delle condizioni degradanti in cui vivevano, sono prontamente scattate le indagini da parte delle forze dell’ordine. Gli agenti hanno confermato il grave stato di abbandono in cui versavano e l’irresponsabilità dei genitori, ai quali è stata revocata la patria potestà.
Finalmente i fratellini a lungo maltrattati dai genitori possono voltare pagina e lasciarsi alle spalle un passato troppo doloroso. «Per i due bambini si è cercata una casa famiglia in cui potessero vivere, crescere e divertirsi come dovrebbero fare due bimbi. Il 6 luglio hanno lasciato l’ospedale. Il più grande è andato subito nella nuova casa, mentre il piccolo Pietro è stato sottoposto a un delicato intervento di Neurochirurgia pediatrica per ridurre delle raccolte ematiche, causate dalle percosse subite negli anni, che pressavano sul suo cervello e ne compromettevano la vista e altre funzioni. Oggi Pietro e Paolo vivono serenamente in casa famiglia e sono adottabili!», concludono i medici.