In Arabia Saudita sarebbe in atto un processo di progressivo riavvicinamento nei confronti di Israele e distensione verso le altre fedi religiose, un particolare quella ebraica e cristiana. Sul sito della Cnn la giornalista Hadas Gold e il collega Abbas Al Lawati fanno notare come nei libri di testo della monarchia si stia infatti facendo strada una posizione più moderata su argomenti come i ruoli di genere, la promozione della pace e la tolleranza.

Il monitoraggio dei libri di testo sauditi

L’Institute for Monitoring Peace and Cultural Tolerance in School Education (IMPACT-se), con sedi in Israele e Londra, monitora come Israele e gli ebrei sono rappresentati nei testi educativi. In un rapporto pubblicato il mese scorso, l’istituzione ha rilevato che “quasi tutti gli esempi che ritraggono cristiani ed ebrei in modo negativo” sono stati rimossi dai recenti libri di testo sauditi. L’organizzazione, che monitora i libri di testo sauditi dall’inizio degli anni 2000, ha esaminato le modifiche apportate a più di 80 libri di testo sauditi dell’annualità 2022-23 e più di 180 libri di testo delle annualità precedenti.

donna araba in biblioteca

Rimosse dichiarazioni anti ebrei e cristiani

Sono stati rimosse, per esempio, dichiarazioni secondo cui “ebrei e cristiani sono i nemici dell’Islam” o che “ebrei e cristiani hanno ‘distrutto e distorto’ la Torah e il Vangelo”. IMPACT-se ha inoltre osservato che i nuovi contenuti nei libri di testo sauditi criticano anche alcuni gruppi islamisti come Hezbollah, ISIS, al Qaeda, le milizie Houthi e la Fratellanza Musulmana.

Arabia Saudita, dalla fede al nazionalismo

Per decenni, il governo saudita ha cercato legittimità in patria e all’estero attraverso il suo status di luogo di nascita dell’Islam e sede dei suoi due luoghi più sacri, ma negli ultimi anni il regno si è spostato verso una forma più laica di nazionalismo.

Libri sotto osservazione dopo l’11 settembre

I libri di testo scolastici dell’Arabia Saudita sono stati oggetto di un attento esame in Occidente dopo gli attacchi dell’11 settembre in cui 15 dei 19 dirottatori erano sauditi. Da allora, la monarchia ha gradualmente rimosso contenuti radicali dai suoi libri di testo.

Ancora nessun riferimento all’Olocausto

Sul tema caldo delle relazioni fra Israele e palestinesi, IMPACT-se non rileva una piena accettazione dello Stato ebraico. Anche se alcuni riferimenti al “nemico israeliano” o al “nemico sionista” sono stati sostituiti con “occupazione israeliana”, Israele non compare sulle mappe e continua a non esserci menzione dell’Olocausto. I ricercatori hanno tuttavia verificato come un manuale di studi sociali delle scuole superiori non contenga più una sezione che descriveva i risultati positivi della Prima Intifada, la rivolta palestinese contro Israele della fine degli anni ’80. E un libro di testo “ha rimosso un intero capitolo che affrontava la causa palestinese”.

Le modifiche, ha affermato IMPACT-se, “sono un segnale incoraggiante sui progressi dell’atteggiamento nei confronti di Israele e del sionismo”. IMPACT-se fornisce anche consulenza al ministero dell’Istruzione degli Emirati Arabi Uniti, che sta aggiornando i suoi programmi scolastici per includere l’istruzione sull’Olocausto.

Riavvicinamento fra Arabia Saudita e Israele

L’amministrazione Joe Biden ha spinto l’Arabia Saudita a normalizzare i legami con Israele, per basarsi sugli Accordi di Abramo che prevedevano che quattro nazioni arabe riconoscessero lo stato ebraico in un’importante impresa di politica estera per il presidente Donald Trump nel 2020.
L’Arabia Saudita ha aperto il suo spazio aereo alle compagnie aeree israeliane per la prima volta lo scorso anno, ma ha insistito sul fatto che non si verificherà alcuna normalizzazione prima che venga istituito uno stato palestinese.

Il processo di normalizzazione sarà tuttavia molto lungo. Un sondaggio d’opinione condotto l’anno scorso dall’Arab Center Washington DC ha rilevato che l’84% degli arabi intervistati disapprova il riconoscimento di Israele da parte dei propri paesi. In Arabia Saudita, il sostegno alla normalizzazione si è attestato al 5%.