Tanti gli aspiranti genitori che si sono fatti vivi per prendersi cura di lui e finalmente è stato adottato: Enea, il bambino affidato alla “Culla per la vita” della clinica Mangiagalli di Milano, ha ufficialmente una famiglia.
Enea è stato adottato
«Ciao, mi chiamo Enea. Sono nato in ospedale perché la mia mamma voleva essere sicura che era tutto ok e stare insieme il più possibile». Tra le tante parole di affetto per il piccolo, informava che era «super sano, tutti gli esami fatti in ospedale sono ok». Poche parole, strazianti e colme d’amore al contempo, quelle scritte dalla mamma biologica del bambino, che il giorno di Pasqua lo ha lasciato alla clinica Mangiagalli. Dopo un iter burocratico durato circa un mese, il Tribunale per i minori lo ha affidato a una famiglia.
Per salvaguardare la privacy del bambino, il suo nome è stato cambiato. Nuova anche la data di nascita. Una scelta dovuta, affinché possa iniziare davvero un nuovo capitolo della sua vita appena cominciata. Con lui una nuova famiglia: dalle informazioni rese note, si tratterebbe di una giovane coppia che vive in Lombardia. Della storia del bimbo mamma e papà non sanno nulla.
L’iter per l’adozione
Il Tribunale per i minorenni di Milano, presieduto da Maria Carla Gatto, ha scelto una della coppie che si erano fatte avanti per adottare il piccolo. Da giovedì 17 maggio, il bambino è entrato nella nuova casa. È in collocamento provvisorio in vista dell’adozione.
La famiglia è stata scelta tra cinque che avevano completato l’iter per l’abilitazione all’adozione, il quale dura all’incirca un anno. Oltre cinquecento, invece, le domande ricevute.