Il piccolo Enea, abbandonato il giorno di Pasqua dalla mamma nella “Culla per la vita” del Policlinico di Milano, è già diventato il pupillo dell’intero ospedale. E non solo…
Due chili e 600 grammi e una settimana di vita, “sono in tanti – segnala Fabio Mosca, direttore della Neonatologia e della Terapia Intensiva Neonatale – gli aspiranti genitori che si sono fatti vivi per prendersi cura di lui”.
Presto una famiglia idonea per Enea
Ci vorrà del tempo prima che il piccolo, trovi posto in una casa adatta. “Il piccolo Enea resterà con noi il tempo tecnico necessario perché il Tribunale dei minori lo possa affidare a una famiglia idonea, di solito bastano poche settimane“, precisa Mosca, che ha accolto il nuovo nato nell’ospedale milanese.
La lettera della madre di Enea
Erano passate da poco le 11.40 della domenica di Pasqua, quando Enea è stato lasciato nella “Culla per la vita” del Policlinico di Milano. Con lui una lettera della madre, in cui racconta che il bimbo “è super sano, tutti gli esami fatti in ospedale sono ok“. Oltre a questo, la mamma ha lasciato per il suo piccolo parole di grande affetto. “Non ha messo il nome proprio e non è nostro dovere scoprire chi sia né dove sia nato Enea” continua Mosca, spiegando che la mamma non si è firmata con il nome di battesimo né ha lasciato indizi in grado di identificarla.
Parole che fanno riflettere
Nella lettera della madre, per il professore, non si rintracciano infatti i sintomi di una sindrome da baby blues o di una depressione post partum. Sembra piuttosto che la mamma, una volta partorito il bambino e tornata a casa, abbia avuto un momento di ripensamento, dettato dalla volontà di assicurare al piccolo un futuro migliore di quello che gli avrebbe potuto garantire lei stessa, pur con tutto l’amore di una mamma. “Una madre che abbandona il figlio per questo motivo – riflette Mosca – vive una difficoltà che non abbiamo colto e che, nella ricca Milano, dovrebbe fare riflettere tutti. La sua è una lettera lucida che esprime un disagio e una consapevolezza, quella di non poter offrire il meglio al proprio bambino”.
Bufera social per le parole di Ezio Greggio
Intanto è bufera social dopo le parole del conduttore Ezio Greggio rivolte in un video alla mamma del piccolo Enea. “Ti daremo una mano” ha promesso il conduttore rivolgendosi alla donna perché il piccolo “merita una mamma vera, non una mamma che poi dovrà occuparsene ma non è la mamma vera”.
Parole che hanno scatenato una vera e propria rivolta sui social. “In poche parole Ezio Greggio ha insultato migliaia e migliaia di genitori adottivi che hanno saputo crescere con amore bambini e bambine”, scrive un utente. “I genitori adottivi non sono veri? Sono finti? Dolore su dolore. Povera donna, si deve sentire anche la paternale di Greggio”, scrive un altro.
La risposta di Greggio
Il conduttore ha deciso di rispondere sui social alla bufera mediatica scatenatasi dopo le sue affermazioni: “Rispondo con questo messaggio per rispondere a tutti. Col Prof. Mosca abbiamo deciso di lanciare entrambi degli appelli per un solo motivo. La mamma di Enea ha lasciato nella ‘Culla per la vita’ della Mangiagalli non solo il bimbo ma anche una lettera struggente e piena d’amore, in cui una mamma in difficoltà abbandona il suo bambino tanto amato, sperando che la sua vita sia meglio di quella che le può offrire lei”.
Continua Greggio: “L’appello non era volto a far ripensare alla scelta di una madre che non voleva il proprio figlio. Ma a una madre che probabilmente con l’aiuto di qualcuno che la aiutasse a superare le difficoltà economiche, o personali o familiari, non sentendosi più sola, potrebbe ripensare alla sua scelta e tenere il proprio bambino”.
“Nessuna polemica – chiude il conduttore – verso quelle fantastiche mamme e famiglie che adottano i bimbi abbandonati e che garantiscono loro amore e futuro come se fossero i veri genitori, anzi talvolta pure meglio”, ribadendo “con forza, affetto e convinzione l’appello mio e del prof. Fabio Mosca: ‘mamma di Enea se ami il tuo bimbo e il tuo desiderio è tenere il tuo bimbo siamo in tanti pronti ad aiutarti, sei ancora in tempo a ripensarci‘. Un saluto a tutti voi che avete letto questo appello anche a coloro che non ne avevano capito il senso”.