Non sopportava più di avere in casa i suoi due figli quarantenni (42 e quarant’anni per la precisione), regolarmente occupati, quindi in grado di mantenersi e vivere per conto loro. Così, dopo aver provato invano a convincerli a trovarsi una sistemazione indipendente, una 75enne di Pavia ha deciso di ricorrere alla giustizia, facendo loro causa. La giudice Simona Caterbi le ha dato ragione: i due ultraquarantenni dovranno andarsene dalla casa materna entro il 18 dicembre prossimo.
Una storia da film
La madre “vittima”, in una vicenda che ricorda da vicino la commedia cinematografica “A casa con i suoi” con Sarah Jessica Parker e Matthew McConaughey, era anche esasperata dal fatto che i due fratelli non pagassero le spese della casa e non la aiutassero nelle faccende domestiche. Anzi, se possibile, le rendevano la vita ancora più complicata, rientrando a casa nel cuore della notte e lasciando le loro cose in totale disordine.
Hanno preferito restare con la madre
La convivenza con la mamma era iniziata dopo che la donna si era separata dal marito. Una famiglia benestante. I due figli, dopo aver conseguito il diploma, avevano impiegato molto tempo a trovare un lavoro stabile. La madre li aveva sempre sostenuti, fino a quando i due fratelli non avevano finalmente trovato un’occupazione. A quel punto si sarebbe aspettata che se ne andassero di casa. Ma entrambi hanno preferito restare con lei.
La causa di sfratto ai figli quarantenni
Poiché i suoi sforzi di convincerli a farsi una vita propria sono stati vani, la donna si è decisa a sfrattarli. Nella sentenza del giudice si evidenzia si sottolinea che se “la permanenza nell’immobile agli inizi poteva ritenersi fondata”, in quanto basata “sull’obbligo di mantenimento gravante sulla genitrice, non appare oggi più giustificabile“, considerato il fatto che “i due resistenti sono soggetti ultraquarantenni”.
A giudizio del Tribunale di Pavia è quindi venuto meno l’obbligo di ospitalità in casa, in quanto non è presente “nell’Ordinamento alcuna norma che attribuisca al figlio maggiorenne il diritto incondizionato di permanere nell’abitazione di proprietà esclusiva dei genitori, contro la loro volontà e in forza del solo vincolo familiare”.
Presentando la causa, il legale della donna ha citato anche una sentenza del Tribunale di Modena che descrive la convivenza in casa del genitore come “un comodato senza determinazione di durata”, che prevede quindi la restituzione dell’immobile quando il proprietario lo richiede.