Un anno e quattro mesi. Non per tentata produzione di materiale pedopornografico, come inizialmente contestato dall’accusa, ma per tentata interferenza illecita nella vita privata. Cambia il reato, ma arriva comunque una condanna per l’ex schermidore azzurro Andrea Cassarà. È accusato di aver tentato di riprendere con il proprio telefonino due ragazzine di 16 anni mentre si stavano facendo la doccia negli spogliatoi del centro sportivo San Filippo di Brescia.
La denuncia contro ignoti
Così ha deciso il gup del tribunale di Brescia davanti al quale Cassarà – assente in aula – è stato processato per una vicenda relativa a fine 2023. All’ex schermidore plurimedagliato i carabinieri avevano sequestrato il cellulare dopo che una delle due ragazzine aveva sporto denuncia, senza però fare il nome dell’atleta, che la giovane non aveva visto in volto. Aveva solo notato una mano che sorreggeva un telefono nello spazio che separa le docce di uno spogliatoio dall’altro.
Cassarà: «Io estraneo ai fatti»
A immortalare l’olimpionico nell’area del centro sportivo dove le giovani stavano facendo la doccia, in un orario compatibile con il racconto della ragazzina minorenne, erano state le telecamere della struttura sportiva di Brescia. A Cassarà era stato sequestrato il cellulare nelle ore successive e dall’analisi forense non erano emersi file compromettenti. Ma secondo i consulenti della procura c’era traccia di elementi cancellati. «Nego con fermezza gli addebiti che mi vengono contestati dalla Procura di Brescia e, per tale ragione, confido che verrà al più presto accertata la mia completa estraneità ai fatti» aveva dichiarato in occasione dell’udienza preliminare Cassarà, che dopo il caso si era autosospeso da ogni incarico sportivo.
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Cassarà ricorrerà in appello
Ieri il verdetto di primo grado. «Speravamo in un’assoluzione perché riteniamo non abbia fatto nulla. Leggeremo le motivazioni però è già un ottimo risultato che dall’accusa sia stata tolta l’accezione sessuale. Posso già annunciare che faremo ricorso in appello», ha commentato l’avvocato Enrico Cortesi, legale dello schermidore.
La soddisfazione dei legali delle 16enni
«Prendiamo atto della riqualificazione operata dal giudice che avremo modo di capire meglio quando leggeremo le motivazioni della sentenza. Posso comunque dichiararmi soddisfatto per l’esito del processo», il commento dell’avvocato Massimiliano Battagliola che rappresenta la famiglia della minorenne che ha sporto denuncia. «Sono soddisfatto che il giudice abbia riconosciuto l’esistenza di un fatto delittuoso ai danni della mia assistita e che abbia statuito un obbligo risarcitorio. Attendo di leggere le motivazioni per conoscere il percorso argomentativo della sentenza» conclude il legale della seconda ragazzina coinvolta, l’avvocato Giovanni Brunelli.