Svolta negli Usa per il mondo degli influencer. Lo Stato dell’Illinois ha stabilito che, a partire dal primo luglio 2024, i genitori che pubblicheranno sui social network le foto dei loro figli, dovranno versare una quota degli eventuali ricavi su un conto intestato agli stessi bambini o ragazzi.
No allo sfruttamento delle immagini dei bambini
La “tassa” per i genitori influencer viene indicata sulle nuove leggi dell’Illinois come una forma di riconoscimento per la prestazione lavorativa svolta. In pratica, per lo Stato è come se i minori lavorassero alle dipendenze dei genitori. Da qui il dovere di pagarli.
Le reazioni
Nello Stato americano le nuove norme hanno diviso la popolazione. Da un lato c’è chi le ritiene una rivoluzione, anche perché lo scopo dovrebbe essere combattere il fenomeno dello sharenting, cioè la condivisione da parte degli adulti di foto e video dei propri figli senza curarsi dei possibili effetti negativi. Altri, però, ritengono questa legge esagerata poiché sembra equiparare un comportamento dei genitori allo sfruttamento di lavoro minorile.
Genitori influencer: come è nata la legge
Infatti la legge, che è stata approvata lo scorso anno dall’Assemblea Generale dell’Illinois, ricalca un po’ la famosa “legge Cogan” della California. Si tratta di una serie di norme approvate nel 1939 per regolare il lavoro minorile nel mondo dello spettacolo.
La legge prende il nome da Jackie Coogan, il co-protagonista del film di Charlie Chaplin Il Monello, diventato uno star, ma il cui patrimonio fu dilapidato dai genitori. Da qui una battaglia legale che indusse lo Stato della California a stabilire che il 15% dei guadagni di un bambino minorenne nell’industria dello spettacolo dovesse essere depositato su un conto bloccato e intestato al giovane. Quest’ultimo avrebbe, poi, potuto accedere al denaro al raggiungimento della maggiore età.
Genitori influencer: cosa prevede la legge
Ora arriva la legge dell’Illinois sui genitori influencer. Sulla falsariga del Coogan Act, le norme sui social network stabiliscono che i minori di 16 anni dovranno ricevere il 15% dei guadagni lordi totali dei genitori. Questo, però, solo se i bambini compaiono in almeno il 30% dei contenuti sponsorizzati e pubblicati dalle proprie mamme e papà.
Ma non finisce qui. La legge, infatti, stabilisce che i minori non contenti di come i genitori abbiano trattato la propria immagine sui social network, hanno il diritto alla rimozione di foto e video. Se le madri o i padri rifiutano di eliminare i contenuti contestati, i figli possono far loro causa.
I rischi dello sharenting
Come spesso accade, la legge approvata lo scorso anno dallo Stato dell’Illinois ed entrata in vigore nei giorni scorsi, potrebbe essere destinata a fare scuola. Non è escluso che altri stati americani seguano l’esempio, e che poi le nuove norme arrivino anche oltreoceano.
In fondo, in tutto il mondo gli esperti si interrogano sui rischi dello sharenting, che viola la privacy dei minori e espone bambini e adolescenti a numerosi pericoli online, come furti di identità, raggiri e adescamenti da parte di malintenzionati.