Una sentenza in Spagna riconosce a una mamma single il diritto a un doppio permesso di maternità, uguale a quello che spetta a una famiglia con due genitori.
Tutte le famiglie hanno gli stessi diritti, anche i genitori single
Per la Spagna quindi non esiste “la” famiglia ma esistono “le” famiglie”, tutte con gli stessi diritti. Il principio, per noi rivoluzionario e ben lontano dal nostro orizzonte legislativo e politico, viene ribadito in questa sentenza dell’Alta Corte (l’equivalente della nostra Cassazione). I giudici supremi estendono da 16 a 26 settimane il permesso di maternità di un’impiegata pubblica, una professoressa single di Villadoid, a cui nel 2021 era stato negato l’ampliamento del permesso di maternità e che aveva presentato ricorso al Tar – poi accolto – per trattamento discriminatorio nei confronti del neonato rispetto agli altri bambini di famiglie bi-parentali.
In Spagna i congedi parentali sono paritari
Un principio che potrebbe essere esteso anche da noi? Lo chiediamo ad Angelo Schillaci, professore associato di Diritto pubblico comparato all’Università La Sapienza di Roma. «Questa sentenza si inserisce in un sistema molto diverso dal nostro circa i congedi parentali e i permessi per i neo genitori, che sono identici. Per la legge spagnola ognuno dei genitori ha diritto a 16 settimane di congedo dopo la nascita o adozione, le prime 6 obbligatorie, a cui sommare altre 10 per un totale di 16 da godere in continuità o chiedendo periodi di sconto fino al primo anno d’età del bambino. A questa mamma quindi vengono riconosciute in totale non solo le sue 16 settimane, ma le 10 in più che spetterebbero all’altro genitore.
I neonati hanno tutti gli stessi diritti
«Ciò che interessa soprattutto è il principio alla base di questa sentenza – prosegue il professor Schillaci. I giudici ragionano non nella logica della discriminazione tra genitori, ma in quella della discriminazione tra figli. Per loro, la nascita vale allo stesso modo per tutti i minori, i bambini e le bambine cioè non possono essere trattati in modo diverso. Il fatto di appartenere a una famiglia o a un’altra non può in alcun modo condizionare il diritto a ricevere le cure necessarie».
Tutti i cittadini sono uguali alla nascita
Ma c’è un altro aspetto da considerare. Questa sentenza, sottolineando la parità di diritti alla nascita, si ispira a un principio sancito in modo esplicito dalla Costituzione spagnola. «I giudici più alti danno valore all’articolo 14 della Costituzione spagnola che prevede esplicitamente il divieto di discriminazione alla nascita, sancisce cioè la piana uguaglianza di tutti i cittadini fin dalla nascita. Un articolo che consente ai giudici un appiglio più forte che in Italia, stabilendo che la famiglia in cui si nasce non può essere causa di discriminazione» prosegue il professor Schillaci. «La Costituzione italiana invece nell’articolo 3 individua come causa di discriminazione razza, religione, sesso e opinioni politiche: la nascita non è esplicitato ma inserita nelle “condizioni personali e sociali” , cioè viene dedotta. Una differenza fondamentale».
Parità di diritti per i genitori single, in Spagna
Questa sentenza è importante anche per un altro aspetto: tutela i genitori single (non solo per scelta, ma anche a causa di separazione o dopo la morte dell’altro genitore), un dibattito che da noi in Italia è assente. «In Spagna anche la mamma o il papà vedovi quindi possono cumulare le proprie 16 settimane con le 10 rimanenti del/la partner» prosegue il nostro esperto. Una parità ben lontana da quanto stabilisce la legge italiana, per cui le madri dipendenti hanno diritto a un congedo obbligatorio di cinque mesi, i padri di 10 giorni. Da quest’anno i mesi di congedo parentale (cioè quello facoltativo) pagati all’80 per cento sono saliti a tre. Una misura diventata strutturale che ha lo scopo di incentivare l’uso del congedo facoltativo da parte dei padri, ma mentre a prenderlo sono il 57,45 delle donne, gli uomini sono il 4,11 per cento. Una questione culturale, quindi, socialmente ancora non del tutto accettata, a parte esempi virtuosi di aziende con un welfare attento e inclusivo.
Una sentenza importante anche per l’Italia
Per un cambiamento culturale occorre tempo, ma esempi come quello spagnolo possono essere d’aiuto. «Certo questa sentenza non ha nessun effetto sul nostro ordinamento, ma quando il legislatore inizia a elaborare nuove leggi, si può affidare anche a orientamenti stranieri: la comparazione giuridica è quindi un aiuto per introdurre dei cambiamenti» spiega il professor Schillaci. «Ma c’è di più. La sentenza dovrebbe essere materia di studio per il modo in cui interpreta i diritti nell’Unione Europea relativi alle discriminazioni. Quei diritti riguardano anche noi». Si tratta quindi di un tassello importante nell’acquisizione di una consapevolezza culturale e politica, non solo giuridica, sulla specifica dignità di tutti i tipi di famiglia, e in particolare della famiglia monoparentale.