L’Unesco premia i Gessi e le grotte dell’Appennino emiliano-romagnolo che entrano nella lista dei beni naturali del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Un riconoscimento – assegnato dal Comitato internazionale dell’Unesco riunito a Riyad – che tocca quattro province: quelle di Reggio Emilia, Bologna, Ravenna e Rimini. Salgono così a 16 i siti Unesco riconosciuti a vario titolo in Emilia-Romagna e a quota 59 quelli nazionali inseriti nella prestigiosa lista.

Le aree geografiche coinvolte

Sette le aree coinvolte: Alta Valle Secchia (Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano); Bassa Collina Reggiana (Paesaggio Protetto della Collina Reggiana); Gessi di Zola Predosa (sito Natura 2000), Gessi Bolognesi (Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa); Vena del Gesso Romagnola (Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola); Evaporiti di San Leo (sito Natura 2000); Gessi della Romagna Orientale (Riserva Naturale Regionale di Onferno).

Salgono a 59 i siti italiani Patrimonio dell’Umanità

“Sono orgoglioso – osserva il sottosegretario alla Cultura con delega all’Unesco, Gianmarco Mazzi – con il ‘Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale‘, un meraviglioso sito naturale da oggi l’Italia ha ben 59 siti iscritti nella Lista del patrimonio Mondale Unesco confermandosi il Paese più bello del mondo”.

Parco Regionale dei Gessi Bolognesi

“Straordinario successo per l’Italia”

Alle parole di Mazzi fanno eco quelle dell’altra sottosegretaria alla Cultura, la bolognese Lucia Borgonzoni. “La nostra bella Italia porta a casa un altro straordinario successo. Ancora una conquista targata Unesco: davvero una grande soddisfazione“.

Gessi e grotte dell’Appennino “patrimonio di natura geologica”

A riguardo, osserva Barbara Lori, assessore regionale alla Programmazione territoriale e parchi, “parliamo di una catena appenninica fatta di siti unici al mondo con grotte, sorgenti saline e fenomeni carsici gessosi. Un patrimonio di natura geologica nel quale si può tracciare la straordinaria evoluzione della Terra.

“Questo importante riconoscimento da parte dell’Unesco – continua Lori – ci offre l’opportunità di valorizzare e proteggere questo patrimonio ambientale unico al mondo e, contemporaneamente, offrire ai territori una straordinaria leva di promozione culturale e socio-economica”.

La soddisfazione della Regione Emilia-Romagna

E di uno “straordinario obiettivo” raggiunto parla anche la Regione Emilia-Romagna. Con l’inserimento nella lista Unesco, d’altronde, le grotte e i fenomeni carsici che si trovano nelle rocce evaporitiche di gesso e sale sono ufficialmente riconosciute per le loro caratteristiche di unicità e rappresentatività a livello mondiale superando così ¬ i confini regionali e nazionali.