In gergo si chiama “gambling”, di fatto indica il gioco d’azzardo. Non si tratta di una novità, complice la maggior facilità di accesso a giochi online, il timore è che possa crescere anche tra i giovanissimi, ai quali è vietato anche quello legale, compresi i “Gratta e vinci”. I dati dell’Osservatorio Young Factor Monitor di Nomisma indicano che il 37% dei ragazzi tra 14 e 19 anni ha scommesso o puntato denaro nel 2023 e le previsioni per il 2025 confermerebbero un aumento del fenomeno.
Come cresce il gioco d’azzardo tra i giovani
Secondo l’analisi di Nomisma aggiornata al 2024, il volume totale del gioco d’azzardo nel 2023 ammontava a 150 miliardi di euro contro i 136 raccolti nel 2022. Le previsioni sono in crescita per il 2025 e, secondo gli esperti, confermano una tendenza: «Basti pensare che nel 2004 l’ammontare del settore in Italia di 25 miliardi, ma nel 2003 abbiamo raggiunto il primato negativo in Europa, come indicato dal Sole 24 Ore: abbiamo battuto persino l’Inghilterra, notoriamente terra di scommesse», osserva Daniela Capitanucci, fondatrice di AND-Azzardo e nuove dipendenze APS, attiva nella divulgazione nelle scuole e autrice insieme a Umberto Folena del libro “Perché il gioco d’azzardo rovina l’Italia” (Ed. Terra Santa).
Quanto e dove giocano d’azzardo i giovani
Le rilevazioni di Nomisma mostrano come gli adolescenti preferiscono il gioco online (64%), seguito dalle scommesse sportive (31%) o relative ad altri eventi (26%). Meno attrattivo, invece, il poker (-12% rispetto al 2021). Tra i ragazzi che si avvicinano a questo mondo, il 14% lo fa con assiduità, cioè almeno una volta a settimana. Si tratta di un aumento del +9% rispetto a quanto non avveniva nel 2021. La Gen Z sembra “agevolata” da smartphone o computer, mentre cala il numero di ragazzi e ragazze che si reca in luoghi fisici (-17%) per tentare la fortuna con i ‘Gratta e vinci’ (40%) o altro tipo di scommesse (29%).
Gli smartphone rendono più facile il gioco d’azzardo
«Negli ultimi anni c’è stato un cambiamento radicale: in passato il gioco d’azzardo era possibile praticamente solo nei casinò. Dal 2003, con l’affidamento da parte dello Stato della gestione in concessione di esercizi che offrono giochi d’azzardo sul territorio (ricevitorie, bar, sale slot, ecc.) è più facile accedervi e oggi, con i devices, lo ancora di più. Possiamo dire che ‘L’occasione fa l’uomo ladro’. Inoltre, trattandosi di una vera e propria industria, l’obiettivo è massimizzare i profitti, moltiplicando le offerte a seconda dei target di riferimento. Tra i giovani, specie maschi, ci sono senz’altro le scommesse sportive», osserva Capitanucci.
Perché crescono le scommesse sportive
«Si tratta di un ambito nel quale si incrociano la passione per lo sport, giocato o seguito con gli amici, con la possibilità di puntare denaro, vincendo o perdendo. Attenzione, però: le scommesse oggi sono diverse dal vecchio Totocalcio, a cui si giocava una sola volta alla settimana. Vedere una partita e scommetterci è diventata un’azione pressoché simultanea, anche tra minorenni, ai quali però sono vietati anche giochi d’azzardo legali, come i “Gratta e vinci”», dice l’esperta. Secondo Nomisma, quasi la metà degli adolescenti (46%) si avvicina al mondo del gambling per imitare gli amici, mentre per un terzo (32%) si tratta di consuetudine vissuta in famiglia. Il 15% è spinto dal bisogno di denaro, mentre il 12% lo considera uno svago.
Il peso della digitalizzazione sulla Gen Z
«La digitalizzazione ha conquistato tutta la nostra vita, come dimostra anche lo shopping online, anche se nel caso del gioco d’azzardo non credo che le nuove modalità scalzeranno quelle vecchie: semplicemente ci saranno persone che ricorreranno a entrambe e altre che ne privilegeranno una – osserva Capitanucci – Certamente l’online, oltre a essere accessibile ovunque e in ogni momento, ha anche il vantaggio di poter aggirare i controlli sull’identità e l’età. Già anni fa dal Libro Blu dei Monopoli emergevano casi di giocatori ultra centenari, dietro i quali è piuttosto probabile che ci fossero magari nipoti che usavano le generalità dei nonni per aggirare i divieti».
Si scommette su tutto, anche su Sanremo
D’altro canto non ci sono solo le scommesse sportive. Anche sul Festival di Sanremo esiste la possibilità di puntare sul possibile vincitore: «Purtroppo in questo modo si rinforza l’idea che scommettere sia legale e dunque non rischioso, basta farlo responsabilmente. Chiunque può giocare d’azzardo purché non si ecceda. Ma ci si dimentica che alcuni giochi hanno oggettive caratteristiche di pericolosità», chiarisce la psicologa e psicoterapeuta.
Alcuni giochi sono più rischiosi
«Per fare un esempio, nessuno diventa dipendente dalla Lotteria Italia, ma da un Gratta e vinci sì. Intanto la Lotteria Italia è più differita nel tempo (una sola volta all’anno) e poi non c’è un feedback immediato, non si può rigiocare la vincita o ritentare per recuperare la perdita. Il “Gratta e vinci”, come le slot, invece, hanno la peculiarità di stimolare la compulsività e la non interruzione del comportamento. Se si vincono 5 euro si pensa di reinvestirli subito, dimenticando che non si tratta di una vincita, ma solo di un ripagare il costo del primo acquisto, e che difficilmente si replicherà, per motivi matematici e statistici», ricorda la fondatrice di AND.
Una società compulsiva che alimenta il gioco
La velocità con cui accedere (o ottenere vincite o perdite) è un altro tratto importante del gioco d’azzardo di oggi: «Il tempo nel gioco è un fattore critico: se il videogioco o il gioco d’azzardo online è lento, per esempio, è difficile che si diventi dipendenti. È fondamentale che sia molto rapido e incalzante, perché questo impedisce di pensare e ragionare. Per questo, infatti, c’è una legge per videolotterie o slot machine, che ha reso obbligatorio un lasso di tempo tra una giocata e l’altra, altrimenti diventerebbe troppo compulsivo», spiega Emanuele Bignamini, psichiatra e consulente scientifico dell’Istituto Europeo delle Dipendenze.
Perché i giovani sono più vulnerabili al gioco d’azzardo
Proprio questo rende più “vulnerabili” i giovani: sono più impulsivi anche per motivi fisiologici: «Se già la società è diventata più compulsiva e accelerata in generale, nell’età tra i 14 e i 20 anni c’è una maggiore propensione al rischio perché il processo di maturazione cerebrale fino ai 25 anni non è completo e avviene in modo asincrono: le parti del cervello che spingono a comportamenti istintivi si sviluppano prima, mentre quelle più logico riflessive lo fanno più tardi. Le spinte impulsive, quindi, sono più potenti negli adolescenti, che hanno meno capacità di controllarle e regolarle. È un fattore evolutivo utile, perché porta i giovani ad aprirsi al mondo, a osare, ma di fatto rappresenta un elemento di squilibrio che porta i ragazzi a provare maggiormente ciò che è proibito», osserva Bignamini.
Il rischio di dipendenza da gioco d’azzardo tra i giovani
Nonostante la maggior parte dei giovani si avvicini al gioco come passatempo (22%), proprio il brivido del rischio che comporta è uno dei motivi di attrazione per 1 su 5 (20%), secondo le rilevazioni di Nomisma. Il 19% lo farebbe per puro divertimento (19%). «Anche in questo caso la componente sociale è importante: l’idea di un futuro imprevedibile riduce la progettualità e fa aumentare il desiderio di soddisfare desideri e gratificazioni immediate – spiega lo psichiatra – Questo rappresenta un potenziale terreno fertile per le dipendenze, compresa quella da gioco».
Quando diventa una dipendenza
«Esistono criteri specifici per capire se si è in presenza di un disturbo da gioco d’azzardo o dipendenza (non parlerei, invece, di ludopatia perché la componente “ludica” non è contemplata nei manuali diagnostici, mentre il ruolo dell’azzardo è preponderante). In generale si perde il controllo sul proprio comportamento o si è già dipendenti quando si investono più soldi, più tempo e con più frequenza di quanto si era previsto e si intendeva fare, o ci si può permettere di fare. È chiaro che non accade improvvisamente», osserva Capitanucci. Fondamentale, nel caso dei giovani, è il ruolo dei genitori: ma come si capisce se un figlio ha problemi a causa del gioco d’azzardo?
I genitori spesso non conoscono i figli
«I genitori non dovrebbero vestire i panni del terapeuta: uno dei problemi che si riscontriamo nei casi di dipendenze, compresa quella del gioco, è che spesso non conoscono i figli. Non occorre comprare un kit in farmacia per capire se ha fatto uso di droghe, ma si dovrebbe cogliere se non è sereno, se ha problemi con gli amici o a scuola, magari confrontandosi anche con gli insegnanti – spiega Bignamini – Spesso gli indicatori sono aspecifici, comuni ad altri disturbi». Sicuramente, poi, in caso di difficoltà è utile chiedere aiuto.
Come uscire dal tunnel del gioco d’azzardo
«Come tutte le dipendenze sarebbe bene non entrarci, come per il tabagismo. Uscire da una situazione di dipendenza pensando di autocontrollarsi non funziona, altrimenti non ci si troverebbe in questa condizione. Perciò è fondamentale rivolgersi a terzi chiedendo aiuto. Altrettanto chiaro è che non si può aiutare chi ha sviluppato problemi di gioco dandogli altro denaro», sottolinea Capitanucci. «Il lavoro più importante è fare una risignificazione, ossia ridare significato autentico alle cose, alla vita, fornendo emozioni positive. I farmaci in questo caso non sono una soluzione: una terapia con un percorso di rieducazione, invece, può permettere di affrontare e uscire dal problema», conclude Bignamini.